A cura della Redazione

I carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, nei confronti di 31 persone, 27 delle quali in carcere e 4 ai domiciliari.

Tra gli arrestati, anche due cittadini di Torre Annunziata, Francesco Menzione Giordano (58 anni) e Giuseppe Morello (45 anni) ed un cittadino di Trecase, Vito Coppola, di 28 anni.

I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere finalizzata all’acquisto, detenzione e commercializzazione di rilevanti quantitativi di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, marijuana e hashish.

La complessa e articolata indagine, nata da uno spunto investigativo del personale della Compagnia dei carabinieri di Eboli, anche grazie ad attività di pedinamento ed intercettazioni, ha consentito di individuare due distinti gruppi criminali, di cui uno facente capo alla famiglia D’Alterio, operante prevalentemente nel territorio di Campagna, ed un altro Cosimo Dianese, attivo prevalentemente ad Eboli.

Entrambi i gruppi avevano organizzato una fittissima rete delittuosa operante in tutti i comuni della Piana del Sele.

In particolare, Dianese, pur di assicurarsi le piazze di spaccio, non esitava a realizzare azioni intimidatorie nei confronti dei possibili concorrenti, come l’incendio doloso, nel marzo del 2019, di quattro autovetture all’interno dell’auto rivendita “Mayo’s Car” ad Eboli.

Nel maggio 2019 lo stesso Dianese è stato vittima di una richiesta estorsiva da parte di Giuseppe Morello, quale mandante, e Vito Coppola e Domenico Sirica, quali esecutori, per il recupero del credito di una partita di cocaina non pagata, del valore di 3.500 euro.

Nel corso dell’attività investigativa, i militari hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato di 14 persone e al sequestro di 320 grammi di cocaina, 350 grammi di hashish, dal valore complessivo di 20mila euro.

Dalle intercettazioni telefoniche è emerso che gli indagati erano soliti utilizzare un linguaggio in codice per riferirsi alla tipologia di droga da vendere o consegnare: “bomba a mano” si riferiva alla cocaina già confezionata, “un kg di pasta” per indicare la quantità di stupefacente che doveva essere approvvigionata, nonché le parole “birra, donne, scarpe” per indicare la droga che doveva essere consegnata.

I “clienti” degli spacciatori utilizzavano le piattaforme Facebook, Whatsapp e Instagram per contattare i pusher e concordare luogo, quantità ed orario della compravendita.