A cura della Redazione

Reperti archeologici di epoca romana detenuti illecitamente in una proprietà privata. E' la scoperta fatta dai finanzieri della Compagnia di Capua che, a Calvi Risorta, nel Casertano, hanno individuato nelle vicinanze dell'area archeologica una officina meccanica per autoriparazioni, peraltro sconoscita al Fisco e priva di autorizzazione, al cui interno si trovava un’ingente mole di rifiuti pericolosi e speciali. Erano, tra l'altro, tenuti senza alcuna cautela e abbandonati a cielo aperto, costituiti prevalentemente da batterie esauste, componenti elettriche ed elettroniche ammassate, taniche contenenti gasolio contaminato, vetture dismesse, materiale ferroso in stato ossidativo, scatole con filtri anti particolato frantumati, pneumatici usati, recipienti colmi di filtri ed oli esausti.

Durante le ispezioni, condotte unitamente a personale specializzato dell’ARPAC di Caserta, i militari hanno rinvenuto quattro architravi e cinque colonne, già all’apparenza riconducibili all’epoca romana e, quindi, di probabile interesse storico.

L’ipotesi che si trattasse di antichi reperti archeologici trovava conferma nelle successive perizie eseguite a cura del personale della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento. Gli esperti confermavano che il materiale rinvenuto era di epoca romana, proveniente da più edifici antichi che sorgevano nell’area denominata “Antica Cales”.

Le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro il materiale archeologico e l’area dove insistevano i rifiuti pericolosi, denunciando a piede libero il titolare dell’officina meccanica alla competente Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per le violazioni alle norme ambientali ed alle disposizioni contenute nel Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Nel corso delle operazioni, sono stati individuati altresì due lavoratori in nero, uno dei quali percettore di reddito di cittadinanza.