A cura della Redazione

Processo su ciò che è accaduto prima e dopo l'omicidio di Maurizio Cerrato: sua figlia Maria Adriana sarà parte civile e testimone chiave.

In due avevano aggredito, minacciato e insultato la ragazza prima che arrivasse il papà a difenderla, altri tre avrebbero intralciato le indagini con i loro silenzi e le loro azioni.

Il secondo processo su quanto accadde in via IV Novembre a Torre Annunziata la sera del 19 aprile dello scorso anno è partito ieri mattina, dinanzi al tribunale di Torre Annunziata, giudice monocratico Riccardo Sena.

La Procura oplontina (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Giuliana Moccia) accusa di lesioni aggravate e minacce Rosa Scaramella (in carcere da due settimane per droga) e suo fratello Giorgio (già a giudizio per l'omicidio), mentre risponderanno di favoreggiamento personale Marco Salvi (ex datore di lavoro di Maria Adriana) e i fratelli Alessandro e Pierluigi Savarese (titolari del parcheggio in cui si verificò il brutale omicidio).

Salvi è accusato di aver negato di conoscere gli assassini di Cerrato pur sapendo chi fossero, mentre i Savarese avrebbero cancellato i video del raid ed eliminato i fazzoletti sporchi di sangue dal luogo del delitto prima dell'arrivo dei carabinieri della sezione operativa della compagnia di Torre Annunziata.

Assistita dall'avvocato Giovanni Verdoliva, Maria Adriana è stata ammessa parte civile, mentre alla prossima udienza a settembre sarà la testimone chiave del processo.