A cura della Redazione

Dopo il provvedimento da parte del Questore di Napoli di sospendere l’attività del ristorante “L’Incrocio” per 60 giorni, i figli del titolare dell’attività di ristorazione pubblicano una lunga lettera su Facebook dove esprimono tutta la loro amarezza per un provvedimento di cui non si sentorno responsabili.

Ecco il testo integrale della lettera:

“Ci ritroviamo oggi a scrivere questo post con l’amaro in bocca e con la tristezza nel cuore per comunicarvi che dopo tanti anni il ristorante “L’Incrocio” sospenderà la sua attività.

Tale chiusura non è stata una decisione nostra o frutto di un fallimento, bensì una decisione derivante dal processo che vede coinvolto nostro padre. Come ben tutti sapete da mesi la nostra famiglia è stata travolta da un vortice che ha scosso tutta la comunità torrese e noi familiari in primis, ed in questo vortice purtroppo è finito anche il nostro ristorante. Il NOSTRO ristorante appunto poiché il locale era gestito da nostro padre ma non è lui l’effettivo titolare dello stesso.

Ci teniamo a precisare che gli errori commessi da nostro padre sono e verranno giudicati da un giudice nella misura in cui egli ritenga più opportuno, ma tali errori non è giusto che ricadano su noi figli e sulla nostra famiglia totalmente estranea ad ogni tipo di vicenda. Questa attività permetteva a noi figli e alle famiglie dei nostri dipendenti di portare il pane a casa e di preservare la dignità che ognuno di noi ha il diritto di avere. Abbiamo fatto di tutto affinché “L'Incrocio” restasse aperto per continuare a lavorare come da sempre abbiamo fatto e come facciamo da generazioni. Però purtroppo spesso la legge punisce anche chi di colpe non ne ha, in questo caso è toccato a noi.

Ad oggi un’intera famiglia e tutti i dipendenti de “L'Incrocio” saranno disoccupati. Con grande rammarico chiuderemo le porte del nostro locale che per tanti anni ha permesso ad intere famiglie di trascorrere pranzi e cene spensierati, che ha ospitato eventi e feste e ,cosa non meno importante, che ha dato l’opportunità a tanti giovani di lavorare onestamente. Il rammarico è tanto e la rabbia pure perché siamo stati puniti per colpe che noi non abbiamo. Da domani ognuno di noi dovrà ricominciare da zero ma di una cosa siamo sicuri, lo faremo a testa alta perché noi siamo estranei ad ogni tipo di vicenda, abbiamo sempre lavorato anche quando la delusione ed il dolore sovrastavano la volontà di andare avanti. Abbiamo aperto quelle porte anche quando la gente passando mormorava e ci guardava male. Siamo stati più forti noi, però purtroppo non è bastato.

Detto questo ci teniamo a ringraziare tutti i nostri amati clienti poiché grazie a loro tutto ciò è stato possibile. Siete stati i nostri amici di avventura e la nostra fonte di soddisfazione alla fine di ogni giornata di lavoro.

Ringraziamo ogni membro del nostro staff senza il quale “L'Incrocio” non sarebbe stato ad oggi quello che è. Siamo stati, siamo e saremo per sempre una grande famiglia e speriamo con tutto il cuore di vedervi presto e di rendere ancora una volta le vostre giornate indimenticabili ricordando con un sorriso l’incubo che stiamo vivendo.

Grazie mille a tutti. Vi vogliamo bene”.