A cura della Redazione

«Mamma, ha detto zia le vuoi mandare 5 grammi?». Tra i pusher del rione Poverelli di Torre Annunziata c'era anche un ragazzino di 11 anni, coinvolto nell'attività di spaccio direttamente dalla mamma.

Poco più che un bambino, andava anche a portare le «ambasciate» ai debitori e partecipava ai calcoli dei costi: «Mamma, ti serve la calcolatrice?». Inoltre si informava per capire quanto costava: «Questi sono 100 grammi? Chi te li ha portati?».

Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere i 18 indagati di Torre Annunziata, finiti in manette venerdì scorso perché accusati di detenzione e spaccio di cocaina, estorsione, detenzione e porto illegali in luogo pubblico di armi comuni da sparo. Adesso attendono il Riesame per potersi difendere dalle pesanti accuse mosse dalla Procura di Torre Annunziata su indagini dei carabinieri della sezione operativa della compagnia oplontina.

Donne e uomini, alcuni dei quali accusati anche di aver costretto ragazzini di appena 11 anni a spacciare. E tra i fornitori della droga per le piazze di spaccio ci sono altri due minorenni, all'epoca dei fatti appena 17enni. Per tutti il gip aveva disposto il carcere, ma due donne hanno bimbi sotto i 6 anni e sono state sottoposte al divieto di dimora in Campania. Dunque, restano in cella gli altri 16.

In manette erano finiti Luigi Sperandeo (30 anni), Andrea, Michele, Anna, Ilaria, Pasquale e Italo Evacuo (43, 45, 47, 30, 26 e 24 anni), Rita Ferraiuolo (40), Maddalena Gemignani (32), Salvatore Carpentieri (32), Matteo Fraterno (25), Michele Colonia (22), Lucia Gallo (43), Nicola e Gennaro Apuzzo (35 e 30 anni), Maria Perotti (27) e Giovanna D'Acunzo (26).