A cura della Redazione

Sono cinque gli indagati nell'ambito di una inchiesta della Priocura di Napoli su terrorismo di stampo neonazista, negazionista e suprematista. L'associazione sovversiva smantellata dalla Polizia di Stato (DIGOS e Polizia Postale) era denominata “Ordine di Hagal”. Una organizzazione strutturata in maniera verticistica ed avente sede a Marigliano, nella provincia napoletana.

Quattro soggetti sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico. Sono ritenuti gravemente indiziati di avere costituito, organizzato, promosso  e finanziato "un’associazione per delinquere, operante anche attraverso la diffusione su web e l’utilizzazione di altri social media, finalizzata al compimento di atti eversivi violenti,  istigazione a delinquere, apologia e negazionismo, con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, diretta e idonea a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali nonché quello politico e giuridico dello Stato, avente carattere e finalità neonazista, suprematista e di discriminazione razziale, etnica, e religiosa", si legge in una nota della Polizia.

Gli indagati inoltre devono rispondere anche di "attività di propaganda delle idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico, e di istigazione a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici, fondati anche sulla minimizzazione in modo grave e sulla apologia della Shoah".

La quinta persona indagata è stata sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a Roma. Per lei le accuse mosse sono di "propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa". Attraverso  Facebook scambiava, diffondeva e propagandava materiali, testi e video nel web, in modo che derivasse concreto pericolo di diffusione, di ideali neonazisti e suprematisti fondanti in tutto o in parte sulla discriminazione per motivi razziali nonché sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull'apologia dell'Olocausto o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra".

Eseguite 26 perquisizioni personali, domiciliari ed informatiche, nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza, Crotone, nei confronti di altre persone, alcune indagate ed altre emergenti dalle indagini, poiché in contatto con i soggetti arrestati attraverso i social ed i canali dedicati nel complesso circuito nazionale neonazista.

L’indagine, iniziata nel 2019, ha fatto emergere anche contatti diretti e frequenti con formazioni ultranazionaliste ucraine come “Battaglione Azov”, “Pravi Sector”, “Centuria”, verosimilmente in vista di possibili reclutamenti nelle fila dei gruppi combattenti.

Le 26 perquisizioni di oggi fanno seguito alle 30 già eseguite a maggio ed ottobre 2021, che hanno consentito la raccolta di numerosissimo materiale di propaganda, proiettili, armi soft air, abbigliamento tattico e ulteriori importanti elementi indiziari che hanno suffragato la tesi investigativa. In particolare, dall’analisi dei dispositivi informatici sequestrati è emerso un canale Telegram, denominato “Protocollo 4”, elemento di contatto fra gli iscritti all’Ordine di Hagal e costante strumento di diffusione e propaganda di teorie naziste, negazioniste, violente e suprematiste.

Stando alle indagini, è infine stata ravvisata la "dichiarata volontà di alcuni degli indagati di compiere eclatanti azioni violente, sia nei confronti di civili sia nei confronti di appartenenti alle Forze di Polizia".