A cura della Redazione

Maxi blitz ai Quartieri Spagoli e nel centro storico di Napoli, 53 le persone sottoposte a misura cautelare.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli e della Compagnia Napoli Centro, insieme alla Polizia di Stato, hanno eseguito i provvedimenti nell'ambito di una inchietsa coordinata dalla DDA. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.

Le indagini, svolte dalla Squdra Mobile e dai militari dell'Arma tra il 2018 e il 2020, hanno documentato l’esistenza e l’operatività di un’associazione camorristica, armata, strutturata in alcuni gruppi criminali operativi nella zona centrale del capoluogo e, in particolare, nei Quartieri Spagnoli di Napoli, avente rapporti di cooperazione con i più potenti sodalizi dei Mazzarella e dei Contini.

Il primo dei gruppi investigati e colpiti dall’odierno provvedimento è quello capeggiato da Eduardo Saltalamacchia, Vincenzo Masiello ed Antonio Esposito. Il pricipale "business" del clan erano le attività estorsive, soprattutto ai danni di commercianti e gestori di piazze di spaccio; c'erano poi il controllo e la gestione della vendita al dettaglio dello stupefacente, in particolar modo nelle zone denominate della Pignasecca, di Largo Baracche e della Speranzella, ed ogni atra attività finalizzata al controllo del territorio.

In particolare, Saltalamacchia - per gli inquirenti - avrebbe ripreso il controllo della zona della Pignasecca, unitamente ad Esposito e Masiello, operativi nelle zone della Speranzella e di Largo Baracche, dopo la sua scarcerazione avvenuta nel dicembre 2019.

L’attività di indagine, ancora, ha documentato l’esistenza e l’operatività di un altro gruppo criminale facente capo al pregiudicato Carmine Furgiero, alias “o’pop”, e al figlio Luigi, dedito ad un fiorente traffico di stupefacenti nella zona di vico Canale a Taverna Penta, che da anni sovvenziona i clan malavitosi dei Quartieri, ricevendo all’occorrenza da questi ultimi sostegno ed ausilio.

Le investigazioni hanno ricostruito, anche attraverso le immagini di sistemi di videosorveglianza, la frenetica attività di vendita al dettaglio della droga posta in essere presso la famigerata piazza di spaccio della sposa, coincidente proprio con i luoghi nei quali insistono le abitazioni della famiglia Furgiero. E' stato inoltre dimostrato come lo stesso clan si avvalesse di numerosi pusher che, a seguito di contatti telefonici, provvedevano a recapitare le dosi di stupefacente a domicilio, direttamente presso le abitazioni dei clienti o in luoghi convenuti con gli stessi.

Proprio in vico Taverna Penta, il 18 maggio 2020, gli spacciatori lì presenti furono raggiunti da colpi di arma da fuoco e risposero ad appartenenti ad un sodalizio contrapposto che intendeva affermare il predominio sull’area, imponendo il pagamento della tangente estorsiva.

Lo spessore criminale del gruppo è stato comprovato dalla ricostruzione di quell'episodio in occasione del quale, a seguito di un diverbio, alcuni degli indagati, sostenuti dal gruppo criminale diretto da Saltalamcchia, Esposito e Masiello, ingaggiarono uno scontro a fuoco con pistole e mitragliette, a seguito del quale alcuni di loro riportarono anche ferite.

Sono emersi, inoltre, rilevanti elementi indiziari in merito alla esistenza, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, di un altro sodalizio facente capo alla famiglia Masiello, con al vertice Antonio, alias “o’nu”, e suo figlio Vincenzo, alias “o’cucù”, parimenti in grado di gestire una fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, oltre ad avere la disponibilità di armi da fuoco.

La piazza era militarmente presidiata h24 da vedette, che si alternavano in base a turni prestabiliti. Lo stupefacente era detenuto e confezionato all’interno di un immobile sito in vico Teatro nuovo.

Le cessioni avvenivano attraverso panieri calati dalle finestre o consentendo l’accesso all’acquirente accompagnato dal pusher: in quest’ultimo caso, essendo la porta di accesso chiusa dall’interno, le chiavi venivano lanciate all’esterno.

Inoltre, in caso di sequestro di stupefacente da parte delle forze dell'ordine, il cliente, esibendo il verbale di sequestro e della conseguente contestazione amministrativa, otteneva a titolo gratuito una ulteriore dose di stupefacente: così operando, l’organizzazione comprava l’omertà dell’acquirente fidelizzandolo.