A cura della Redazione
Il Centro Studi Storici Nicolò d’Alagno vuole raccontarvi un aneddoto legato al gioco del lotto. La vicenda trae spunto da alcuni documenti inediti, da noi scoperti presso l’Archivio Storico di Torre Annunziata. E’ avvenuta nella nostra città nei primi anni successivi all’annessione forzata del Regno delle Due Sicilie al Regno dei Savoia. La nostra intenzione, ovviamente, non sarà quella di raccontarvi la storia di questo gioco, anche se alcune note storiche dobbiamo accennarle per ricollegarci poi con il contenuto della documentazione che tratteremo. Forse non tutti sanno che il giuoco del lotto, o semplicemente il giuoco legato all’indovinare dei numeri estratti a caso, affonda le sue radici in epoca molto antica e non a Napoli, come tanti pensano, bensì a Genova fin dalla metà del XVI secolo. Il lotto arrivò nel Vice Reame di Napoli solo dopo la prima metà del XVII secolo. Non passò molto tempo che la capitale del Mezzogiorno d’Italia divenne la Capitale del Bancolotto, dove ogni sentore, presentimento, sogno e situazione, casuale o voluta che essa poteva essere, scatenava tra i popolani un’indagine “scientifica” per attribuire dei numeri validi al caso e per realizzare una buona giuocata che magari potesse cambiare la vita o donare un attimo di benessere. Il giuoco rimase in uno stadio di «illegalità legalizzata» fino al 1817, quando Re Ferdinando I di Borbone decise di legalizzarlo e trarne qualche vantaggio per le casse reali. Col tempo venne anche stabilito un giorno fisso della settimana per l’estrazione: il sabato. Di conseguenza nascono a Napoli, nella sua provincia e in tutto il Regno delle Due Sicilie, una miriade di Bancolotto. A momenti, uno per vicolo! Successivamente i Savoia, conquistato il glorioso Regno dei Borbone, non poterono fare a meno di decretare ulteriori regole per il giuoco, e visto che esso era già molto diffuso in tutta la nuova Italia, si decise di creare delle ruote, ovvero centralizzarlo, coinvolgendo le città più importanti del Regno. Come attestano alcuni documenti del nostro archivio, restaurati e ben tenuti, nel 1863 fu stabilito il nuovo regolamento, determinando le 6 ruote di estrazione nelle città di Bologna, Milano, Firenze, Napoli, Torino e Palermo. Un fatto insolito accadde a Torre Annunziata: il Banco cittadino, nel dicembre del 1864, dimenticò di spedire le matrici delle giocate alla sede del Bancolotto di Napoli, come si legge da un decreto emanato il 17 dicembre dello stesso anno. Panico tra i giocatori torresi!! Dovettero intervenire l’Intendenza e la Prefettura della vicina Castellammare di Stabia per sedare la rabbia dei giocatori che, di certo, al tempo non dovevano essere pochi. Tra le carte sono state ritrovate le corrispondenze delle varie parti, dalle quali si evince la preoccupazione per il caso, chiedendo addirittura l’intervento urgente della sede centrale del Regno per una risoluzione veloce. Dopo alcuni giorni arriva il decreto dalla sede centrale di Napoli con cui si dispose la sola restituzione delle giuocate, e solo a chi sarebbe stato in grado di dimostrarle. Noi oggi non possiamo fare altro che immaginare la rabbia e la delusione di coloro che al tempo già stavano preparando la tavola imbandita per un Natale con le tasche piene delle nuove lire. In tal caso, volendo rievocare il sentore e l’attaccamento degli antichi giocatori torresi, ci leviamo lo sfizio, dopo la soddisfazione di aver trovato questo “simpatico” aneddoto, di fornirvi alcuni dei numeri riportati sui vari documenti attentamente letti: 18 e 63 (la data del decreto che regolò la sentenza), 2 e 13 (il codice numerico che contrassegnava il Bancolotto torrese incappato nella mancanza), e il 17 (data in cui avvenne l’estrazione “mancata”). Buon fortuna! VINCENZO MARASCO presidente C.S.S. Nicolò d’Alagno (Dal settimanale TorreSette del 11 gennaio 2013)