Cos’è la Violaciocca? E’ una pianta erbacea perenne della famiglia della Brassicacee, originaria delle regioni mediterranee. E proprio intorno ad un quadro che raffigura questa pianta si dirama la storia de “Il segreto della Violaciocca”, commedia in due atti realizzata dalla compagnia “Ma chi c’o ffa fà" in tre consecutive repliche, 12, 13 e 14 dicembre, al Teatro San Pietro di Scafati.
Il testo scritto e, in passato, portato in scena da “I Ditelo Voi” (Francesco De Fraia, Domenico Manfredi, Raffaele Ferrante con la collaborazione di Francesco Prisco), è stato “prestato” al team teatrale scafatese che lo ha restituito al suo numerosissimo pubblico (tre sold out!) intatto nella sua divertente, stravagante, paradossale (ma non troppo), incredibile vicenda. Quel dipinto, dunque, nasconde un segreto incredibile e ossessivo che sconvolge il Natale di un apparentemente tranquillo condominio partenopeo. L’arcano, fil rouge dell’intero racconto, si trasforma in un detonatore e arriva in platea in maniera esplosiva trascinando e divertendo il pubblico fin dalle battute iniziali.
Uno spettacolo dove si sovrappone l’assurdo, il comico, il surreale, in cui emergono anche i lati più occulti, oscuri e non tanto improbabili del nostro quotidiano. Il ritmo risulta decisamente intenso, vivace, di cifra artistica notevole grazie alle performance dei tre attori protagonisti: Raffaele Franza (persuasivo pregiudicato padrone di casa agli arresti domiciliari), Michele Abenante (esilarante moglie del pregiudicato dedita alla chiromanzia) e Gaetano Cimmino (convincente inquilino del piano di sopra con problemi di salute, soprannominato Pippo Baudo). Completano il cast di questa suadente black comedy Domenico Quattroventi (portiere del condominio), Anna Panella (figlia di Pippo Baudo) e Antonella Pecoraro (poliziotta).
Preziosa e fondamentale per l’intero impianto dello spettacolo la regia di Francesco De Fraia, uno degli autori del testo e componente de “I Ditelo Voi”. L’intero team dell’associazione “Ma chi c’o ffa fà", nel ringraziare l’artista per aver scelto di mettersi al servizio di una compagnia locale, ha voluto sottolineare i sentimenti sinceri di “stima e ammirazione per una persona che riesce a rimanere semplice, autentica, profondamente umana in un mondo, come quello dello spettacolo, dove la fama rischia di diventare una maschera. L’esempio di Francesco dimostra che si può essere famosi senza sentirsi superiori”.
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