A cura della Redazione
L’8 Settembre 1943 rappresentò una data cruciale per l’evoluzione degli eventi bellici della seconda Guerra Mondiale. L’Italia capitolò. E con essa tutti i patti con gli alleati nazisti che, prevedendo in anticipo la mossa dell’alleato mediterraneo, già avevano preparato un proprio piano per prendere in mano anche la situazione che si stava per creare non solo in Italia, ma anche nei luoghi dove gli italiani combattevano ancora al fianco dei tedeschi. Uno di questi casi fu Cefalonia. Su quest’isola del basso Mar Ionio, poco distante dalle coste greche, vi erano di stanza quasi 11 mila uomini appartenenti alla Divisione d’Artiglieria Acqui che, abbandonati dai loro gerarchi appena dopo la resa incondizionata dell’Italia, rimasero per giorni in uno stato di caos dove prevalse un senso di patriottismo senza uguali. I soldati, sebbene lasciati alla loro sorte di deportati per mano dell’esercito tedesco che ne chiedeva la resa incondizionata, preferirono lottare per la libertà e per non cadere nuovamente in un nuovo stato di terrore. Tra quei soldati che non si arresero ai nazisti vi era il Capitano d’artiglieria Amedeo Arpaia, nato a Torre Annunziata il 3 febbraio 1908. A capo del suo reparto, mostrò tutto il suo valore di soldato e di uomo non abbandonando mai i propri commilitoni fino all’estremo sacrificio. La battaglia tra gli italiani insorti e l’esercito tedesco, iniziata il 15 settembre 1943, ebbe termine il 28 settembre. Alla fine dei combattimenti si contarono più di 10 mila caduti, di cui 9 mila italiani. A tener vivo il ricordo del nostro Capitano fu il Sergente Maggiore Saverio Perrone di Tricarico, in provincia di Matera, che rimase al suo fianco fino al 24 settembre, data in cui il Capitano Arpaia venne barbaramente giustiziato dalla furia nazista. Il Sergente Maggiore Perrone, raccolti gli ultimi pensieri del Capitano Arpaia, dopo una rocambolesca fuga dai campi di concentramento titini nel giugno del 1945, eseguì il volere del suo comandante passando per Torre Annunziata, portandovi la testimonianza di quel torrese eroe che oggi la città ricorda con un epigrafe ed una strada a lui initolata. Al Capitano Arpaia, inoltre, fu conferita la Medaglia di bronzo al Valor Militare alla memoria, con la seguente motivazione: “Comandante di batteria contraerea fu tra i primi e più decisi assertori contro i tedeschi. Durante i combattimenti, nonostante l’intensa azione di bombardamento aereo che colpiva ripetutamente i suoi pezzi uccidendo numerosi artiglieri, con sereno eroismo persisteva nella sua azione di fuoco infliggendo severe perdite al nemico. Catturato, veniva fucilato, reo di aver combattuto per l’onore delle armi”. Per chi volesse approfondire la storia, può farlo collegandosi su www.vesuvioweb.com, e digitare “Arpaia”. VINCENZO MARASCO