A cura della Redazione
Il suo ultimo concerto è stato il 31 dicembre scorso, a Courmayeur in Valle d´Aosta. Lo spettacolo, dal titolo "L´Anno che verrà", andato in onda sulla Rai per salutare il 2014. Pino Daniele, grandissimo musicista e cantautore partenopeo, è morto stamattina all´età di 59 anni. Avrebbe compiuto 60 anni il prossimo 19 marzo. Simbolo di Napoli, uno degli artisti italiani più conosciuti al mondo, ha mescolato nella sua produzione musicale soul, blues, mediterraneità. Sempre legato alla sua terra, ha fatto del virtuosismo e dell´eclettismo musicali i suoi tratti distintivi. La sua carriera comincia nel 1977, con la pubblicazione dell´album "Terra mia", dove vengono consegnati alla storia della musica brani come quello che dà il titolo al disco, Napule è e ´Na tazzulella ´e cafè. Come non ricordare, poi, il connubio artistico ed umano con Massimo Troisi, altro grande genio di Napoli. Daniele scriverà per il suo grande amico le musiche del film "Ricomincio da tre". Nel 2015 avrebbe portato in tour uno dei suoi album più famosi, "Nero a metà". Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, su Facebook lo ha ricordato con queste parole: «Pino Daniele è morto, ma la sua musica è eterna. Pino è Napoli, legame infinito e indistruttibile, come il suono e la voce della sua musica». Il primo cittadino del capoluogo campano ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali, presvisti mercoledì 7 gennaio alle ore 12 al Santuario del Divino Amore a Roma. A dare l´ultimo saluto a Pino Daniele, è stato anche Eros Ramazzotti, con il quale il musicista napoletano ha collaborato negli anni ´90: «Anche Pino ci ha lasciato. Grande amico mio, ti voglio ricordare con il sorriso mentre io, scrivendo, sto piangendo. Ti vorrò sempre bene perchè eri un puro ed una persona vera oltre che un grandissimo artista. Grazie per tutto quello che mi hai dato fratellone, sarai sempre accanto al mio cuore. Ciao Pinuzzo». Non sono d’accordo con chi afferma che la morte di Pino Daniele ha scatenato, soprattutto sul web, la pubblicazione di una serie infinita di “pensieri” che l’immenso musicista non avrebbe gradito. E’ vero, Pino era schivo, riservato, introverso e viveva distante, molto distante dal lato “B” del mondo dello spettacolo, quello fuori dai palchi e dai riflettori. Ma amava tantissimo il popolo dei suoi concerti, i suoi “guagliù”. I numerosi messaggi, invece, rappresentano una manifestazione spontanea di emozione, partecipazione, affetto. Sono il riconoscimento legittimo e sincero ad un Grande Uomo che ha avuto, secondo me, il coraggio di rompere gli equilibri oleografici di secoli di composizioni musicali omologate pensando, scrivendo e cantando che "Napule è ´na carta sporca". GIUSEPPE CHERVINO