A cura della Redazione
Nella Sala Mons. Pagano della Parrocchia SS. Trinità, di via Gino Alfani, il Caffè Letterario Nuovevoci, in collaborazione con il Coro della stessa Chiesa, ha messo in scena “La Buona Novella” di Fabrizio De Andrè, da un album del musicista-poeta genovese. Protagonista e regista dello spettacolo Francesco Alessandrella, avvocato, scrittore e giornalista. Le canzoni ed il testo, che sono del 1969, si rifanno alla vita di Gesù riportata dai vangeli apocrifi; in particolare sono tratti dal Protovangelo di Giacomo e dal Vangelo arabo dell’infanzia. La storia delinea la figura del Cristo, già definita nel 1967, nel brano “Si chiamava Gesù”, in forte contrapposizione con la dottrina e verità assoluta che De Andrè ritiene inventata dalla Chiesa al solo scopo di esercizio del potere. Di conseguenza, la versione teatrale de “La Buona Novella” è impostata, come osservano molti studiosi, sul rapporto tra sacralità del Dio-uomo, inchiodato sulla croce da altri uomini, e la stessa umanità che nel corso della sua vita percorre un emblematico travaglio nel ravvicinarsi a Dio. L’adattamento è andato avanti secondo la successione delle canzoni del disco; devo dire che per la prima volta ho ascoltato Alessandrella cantante e dalla sua interpretazione è trapelato il rispetto e l’ammirazione per l’autore. Dopo aver chiarito che la parola “apocrifo” significa anche “nascosto” e che i Vangeli così chiamati non contengono soltanto “favole”, ma possono aggiungere notizie per completare la storia del Cristo, il protagonista ha cantato, appassionatamente e con grande partecipazione, gli splendidi brani della messinscena. All’attore-cantante ha fatto eco la voce di Tiziana Testa che ha eseguito le Canzoni di Maria; Annalaura Vetturino, nelle vesti della Madonna giovane, ha danzato con grazia, nel rispetto del ruolo. Il coro non era completo, ci piace solo nominare coloro che hanno fatto una faticaccia per sopperire alle assenze forzate: Pasquale Farina, Carla Giordano, Giuseppe Paduano, Margherita Santaniello, Carmela Setaro. Il pubblico ha apprezzato il lavoro, applaudendo con entusiasmo. FEDERICO ORSINI