A cura della Redazione

E' uno dei tanti giovani di Torre Annunziata migrato all'estero per studiare ed imporsi nel suo lavoro che, però, è soprattutto una passione: la danza.

Lui è Christian Leveque, 21 anni. Vive ad Arnhem, un'ora di auto dalla capitale dell'Olanda, Amsterdam.

Lì studia Danza Contemporanea all'Università delle Arti Performative (ArtEZ Hogeschool voor de kunsten - Accademia del Teatro e della Danza).

Un corso di laurea duro e particolarmente selettivo, che si articola in quattro anni e rivolto a ballerini provenienti da tutto il mondo. L'intero programma di studi è in lingua inglese.

«Ho scoperto questa scuola grazie al progetto formativo 'FormAzione Tersicore' creato da Mauro de Candia. Così ho superato le prove di ammissione presso questa scuola e dopo pochi mesi sono partito per questa fantastica esperienza - ci dice Christian -. Ho da poco terminato il primo anno di studio. Un anno ricco di novità. Sto sicuramente vivendo la più laboriosa e adrenalinica esperienza della mia vita. Le lezioni si svolgono dalle 10 alle 17. Per sostenere economicamente le spese, lavoro, soprattutto nei weekend, in un ristorante italiano.  Sono fiero di fare dei sacrifici per riuscire a creare un tempo e spazio artistico nel mio futuro, che possa permettermi di danzare e coreografare».

Christian è entusiasta dell'Olanda. «Qui mi sento cittadino del mondo. Questo Paese é molto interessato a valorizzare l'arte in generale, e la danza contemporanea é molto più diffusa di quella classica. Moltissime Compagnie sono spesso in tour per tutti i Paesi Bassi, tanto quanto i tour dei nostri cantanti italiani».

La lontananza, però, non gli fa dimenticare le sue origini. «Quando posso, torno a Torre Annunziata - prosegue il ballerino - ed ogni volta provo tantissime emozioni che si trasformano in ispirazioni fortissime una volta che ritorno in Olanda. Ci sono tanta storia e tanti colori e motivi che mi affascinano, e ricordarli e riviverli mi dà sempre nuove idee per creare. In Accademia lavoriamo molto sulla ricerca coreografica e sull'improvvisazione, e la mia città è per me fonte di ispirazione».

Tornare in Italia dopo gli studi? «Mi piacerebbe - spiega Christian -. Vorrei essere protagonista di tanti spettacoli nei teatri napoletani e nazionali. Ma prima devo pensare a diplomarmi».

Christian è stato letteralmente folgorato dalla danza, anche perché in casa c'era già un'altra ballerina, la sorella Chiara, istruttrice presso la Asd Academy di Veronica Pinto a Torre Annunziata.

«Ho cominciato a muovermi guardando le videocassette degli spettacoli di danza di mia sorella - continua -, che fino allo scorso anno è stata la mia insegnante di danza moderna. Ringrazio lei e Veronica, dalle quali ho appreso le tecniche e la disciplina, dandomi mille motivi per non arrendermi mai e crederci fino alla fine. La danza è un'arte che definirei bastarda: impone l'essere masochisti, facendo parte di un mondo artistico che richiede sacrificio e determinazione, e sempre un grande impegno che solo in alcuni casi si può trasformare in successo».

Le parole più belle Christian le ha per la sorella: «Ha sempre creduto in me, è stata e continua ad essere un esempio, mi ha sostenuto in tutti questi anni di studio».

La nostra chiacchierata si conclude con la più classica delle domande: il futuro?

«Diventare un ballerino professionista e far parte di una grande Compagnia di danza contemporanea, sempre, però, mantenendo l'umilità e la determinazione che mi hanno contraddistinto fino ad ora. Non sottovaluto però l'idea di diventare un coreografo e portare in giro per il mondo il mio talento per farlo conoscere al pubblico», conclude Christian.

Un ragazzo che sa ciò che vuole, mosso da una sfrenata ed irrefrenabile voglia di stupire e di realizzare il suo grande sogno.

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