A cura della Redazione

Anche quest'anno la Compagnia teatrale "Attori per Caso" ha messo in scena per due serate consecutive, sabato 13 e domenica 14 gennaio, al teatro Politeama di Torre Annunziata, una nuova commedia della grande tradizione teatrale napoletana, "‘Nu turco napulitano", scritta da Eduardo Scarpetta nel 1888, che tratta il tema della gelosia e ironizza su una frequente abitudine dell'epoca: uomini ricchi e di età avanzata sposavano ragazze giovanissime e belle, delle quali poi diventavano gelosi a causa della grande differenza di età.

Come sempre la Compagnia ha dato prova di grande bravura, emozionando e coinvolgendo il pubblico, che con i suoi applausi calorosi ha dimostrato di essere attivo e partecipe e di saper apprezzare la naturalezza e la fluidità della recitazione, frutto di un'esercitazione costante, ma anche l'affiatamento e l'intesa fra gli attori sul palcoscenico. Eccellente l'interpretazione di Felice Pinto nel ruolo di don Pasquale Catone, che ha saputo rendere molto bene la gelosia del bottegaio tanto da sembrare un vero attore professionista.

È stato come il primo violino in un'orchestra, ha dato l'avvio a tutti gli altri strumenti e insieme hanno dato vita a un bellissimo concerto. I suoi gesti spontanei, mai artefatti, le battute puntuali, scandite con voce chiara, hanno creato una grande sintonia con il pubblico. Anche suo figlio Vincenzo, nei panni di Felice Sciosciammocca, il turco napoletano, con le famose battute "all'uomo di ferro è caduta una mola d'acciaio", o "mille lire al mese, alloggio, vitto, lavatura, imbiancatura e stiratura", ha dimostrato di essere allo stesso livello del padre e di sapersi muovere a proprio agio sulla scena.

Convincente è stata anche l'interpretazione di Antonio Avitabile nei panni di Carluccio, il guappo di cartone, capace solo di alzare la voce, ma pronto ad abbassare i toni e a battere in ritirata di fronte a qualcuno più forte e più deciso di lui. Altrettanto bravo è stato Vincenzo Di Luca, che ha interpretato con naturalezza il personaggio di don Ignazio, ex socio di don Pasquale, che, malato anche lui di un'inguaribile gelosia, arriva al punto di chiudere a chiave la moglie in casa per impedirle di uscire da sola.

Bravi tutti gli altri attori, da Anna Scognamiglio (Giulietta, moglie di don Pasquale) a Giuseppina Valerio (Lisetta, figlia di don Pasquale), da Gennaro Oliva (don Peppino, il cassiere) a Giovanni Cirillo e Glauco Simonetti (Luigi e Michele, i garzoni), da Lucia Fabbrocino intrigante e divertente cameriera della casa di don Pasquale (Concettella) a Flavio De Vivo (Errico, amico di Felice), da Michela Iorio (Teresina, la guardaporte) a Martina Lettieri (Angelica, la moglie di Ignazio), da Gianna Machiné (Clementina, amica di Angelica) a Roberta Pinto (Mariannina, nipote di Clementina), da Simone Massa e Michele Sparavigna (i suonatori) ai piccoli Marco Lavorante (Ciccillo) e Flavia Oliva (Caterina). 

Ogni attore, insomma, ha portato il suo particolare tocco di colore e la sua personale pennellata e ha contribuito a creare questo bellissimo quadro, grazie anche alla regia di Emma Minervino che ha curato la scenografia e i costumi con minuziosa attenzione ed estrema serietà. Un momento piacevole della serata è stato quando, durante il ricevimento in occasione del fidanzamento tra Carluccio e Lisetta, Clementina ha interpretato la bella canzone "Carmé, Carmé", che il pubblico ha mostrato di gradire, accompagnando la sua voce con un battimani.

Alla fine dello spettacolo Felice Pinto, dopo aver ringraziato il pubblico, è ritornato sul tema della gelosia, ricordando simpaticamente che quando ci si sposa, la moglie vorrebbe che il marito cambiasse ma questo non accade; mentre il marito vorrebbe che la moglie non cambiasse e invece cambia. Il pubblico applaudendo ha dato l'ultimo tocco di regia ad un bello e divertente spettacolo.

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