A cura della Redazione

Sarà presentato venerdì 11 maggio, alle 18.00, presso lo Sport Club Oplonti a Torre del Greco, il romanzo di Carola Flauto intitolato “C’era una volta e c’è ancora… Il fantastico mondo di Giunglaparola”, pubblicato da Edizioni Il Ciliegio.

Dialogherà con l’autrice, la giornalista di Rai Tg2 Silvia Vaccarezza mentre Silvio Fornacetti si esibirà in una performance di lettura interattiva tratta dai brani del libro.

“Giunglaparola” è un romanzo per ragazzi che la casa editrice ha inserito nella collana “Teenager”. I protagonisti di questa fantastica avventura sono Facil, Emanuele, Iurendina e suo fratello Enver: quattro ragazzi catapultati in un magico mondo, il regno di Giunglaparola, popolato da alfabetalberi, grammapiante e tante altre bizzarre creature. Giunglaparola un tempo era un luogo felice, in cui prendevano forma le parole degli umani, finché la perfida Censura decise di ingoiare la parola-chiave dalla quale ogni discorso prende forma: il Pensiero. Compito dei quattro protagonisti sarà di recuperare la parola-chiave e liberare Giunglaparola dal sortilegio.

Il tempo del racconto è scandito dall’estroso oroillogico - che non segna le ore, ma il tempo di agire, di giocare, di ascoltare, di decidere… - e il lessico è quello della fantasia e dell’inverosimile, un linguaggio ricco di modi di dire, formule magiche, filastrocche e tanti giochi di parole che divertono senza mai appesantire la narrazione.

«Questo libro nasce da un lavoro continuo nella mia Fabbrica delle Storie, con i bambini delle periferie di Napoli, parlo di Barra, dove c’è una scuola elementare, il 69 Circolo didattico, che ha integrato negli anni oltre trecento bambini rom. È là che ho capito che Giunglaparola esiste davvero - spiega l’autrice Carola Flauto -. Ho voluto scrivere sì un fantasy, ma anche un romanzo filosofico e di formazione. Giunglaparola, per me, è la metafora della scuola ideale: socratica, dove la conoscenza è un prodotto del dubbio, e il dubbio non finisce mai, insorge sempre per condurci su sentieri sempre nuovi».

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