A cura della Redazione

Quando cultura, immaginazione, fantasia e creatività fanno scuola, nascono realtà dorate e isole felici anche sul nostro nostro territorio.

Il Liceo Artistico “de Chirico” di Torre Annunziata si annovera senza dubbio tra queste splendide certezze, proponendo continuamente eventi ed attività di rilievo sempre caratterizzate da un tocco di originalità fuori dal comune. In questo anno l’Istituto, diretto dal prof. Felicio Izzo, ha dato corso ad alcuni eventi di alto livello come l’incontro di lunedì 28 ottobre con Mario de Bonis, “autista per caso” della famiglia De Filippo, divenuto amico personale di Eduardo e Luca De Filippo.

Questa amicizia condusse il de Bonis ad appassionarsi allo studio delle opere dei De Filippo portandolo, infine, nel 2013, alla stesura di un libro dal significativo titolo “Eduardo visto da vicino”, dove il grande affetto per l’amico famoso, la stima per l’uomo e l’apprezzamento per l’artista trasudano da ogni pagina. Mario de Bonis, fratello di Donato, nominato vescovo da San Giovanni Paolo II, esponente del mondo finanziario nonché presidente dell’associazione “Dal Vesuvio al Gran Sasso”, è l’autore di questa opera, forse la più completa, su Eduardo poeta. Il libro è una testimonianza viva ed intensa anche dell’uomo Eduardo. Una nutrita raccolta di foto inedite arricchisce l’opera.

Nel libro il de Bonis riporta una bellissima poesia di Eduardo per la morte di Pasolini, una autentica preghiera in morte dell’amico. Il poeta manifesta il desiderio cosi umano e universale della immortalità e della pace nella gioia a cui ogni uomo aspira. Pasolini ed Eduardo avevano una grandissima stima reciproca. Se non fosse morto il 2 novembre del 1975, Pasolini avrebbe realizzato il suo progetto di un film con protagonista Eduardo.

Il de Bonis ha letto una poesia di Eduardo “S’è araputa ‘a fenesta stamattina” dove l’autore vede la morte essere gentile, quasi affettuosa nel suo essere concreta, come la nonna di Gesù Sant’Anna, e che chiamandolo “Guagliunciè… “ , parlando, lo prende per mano e lo accompagna.

Eduardo sente il bisogno di fare amicizia con la morte, sente la necessità di farlo da uomo colto quale è, consapevole del naturale destino degli umani.

Mario de Bonis ha scritto anche numerose poesie ispirandosi alla costiera amalfitana e alle isole del golfo. Il suo sogno si è anche realizzato in numerosi recital delle poesie di Eduardo. Negli anni passati de Bonis ebbe un regalo dalla famiglia De Filippo, tre sculture che sono oggi conservate al Palazzo Reale di Napoli.

Il preside Felicio Izzo ha recitato una ninna nanna di Eduardo, la famosa “Se te parlo” dedicata al figlio Luca. "Se ti parlo mi parlo, se ti guardo mi guardo, se ti chiamo c’è eco e questa eco sei tu". Ogni figlio vorrebbe sentire queste parole dai genitori.

Le persone care, anche quando cessano di vivere, per noi figli non muoiono, esse vivono con noi e vivranno con noi fino alla nostra morte, e quali persone più care dei nostri genitori?

Appunto questa sopravvivenza dei figli oltre la morte del corpo è il motivo fondamentale della poesia di Eduardo. Scrivere oggi di Eduardo e di Luca De Filippo può apparire superfluo o di moda. Superfluo perché, ormai, tra articoli, volumi, tesi di laurea e monografie, i personaggi sono stati analizzati a fondo, cosi le loro opere; di moda, in quanto parlare di Eduardo e Luca sembra quasi essere una sorta di dovere civico di ciascun buon meridionale.

Davanti a una realtà spesso brutale e squallida, i personaggi del teatro di Eduardo si rivelano così ingenui e sinceri nel loro dolore da creare, come riscatto alla sofferenza, un mondo nuovo, più aperto alla speranza e alla fiducia di tutti gli uomini.