A cura di Anna Casale

Prosegue il progetto di promozione culturale a Palazzo Criscuolo a Torre Annunziata, Vincenzo Sbrizzi, ha presentato la sua nuova opera “Napolinegra” (Iod Edizioni), con prefazione a cura  di Isaia Sales.

Giornalista professionista, originario dalla città oplontina, ha lavorato per “Striscia la notizia”, “Fanpage”, “Il Mattino”, “Roma” e attualmente lavora per “Today” e “Napolitoday”, vincitore del “Premio Giancarlo Siani 2020” con il saggio “Torre Annunziata: tra camorra e deindustrializzazione”, scritto con Simona Melorio per Editoriale Scientifica.

Un libro-reportage, venticinque storie di migranti, raccontate dalle loro voci. Venticinque sofferte peregrinazioni che li hanno condotti nella città di Partenope e dalla quale sono stati adottati. “L’irregolare” Napoli diventa un porto sicuro per gli irregolari. Una madre che riserva a tutti le stesse opportunità e gli stessi pericoli.   

Storie di vita travagliate e sofferte, di abbandono forzato delle proprie natali radici per raggiungere la co-meta dei propri sogni, una libertà tanto agognata e struggente.

Storie di sofferenza, raccontate da un linguaggio senza sovrastrutture, crudo e diretto. Un libro che umanizza coloro i quali nella politica odierna sono considerati semplicemente numeri e percentuali. Un chiaro quadro sociologico su una “strage” quotidiana che si ignora o la si accetta a causa di una visione egocentrica intrinseca ad un assurdo retaggio culturale.

“Il mio incubo più ricorrente, sin da quando ero adolescente, è quello di trovarmi in mano ai nazisti in un campo di concentramento – scrive l’autore nell’introduzione del libro -. Come tutti gli esseri umani, sono abbastanza codardo da svegliarmi quando nel sonno mi rendo conto che le cose si stanno mettendo male. Parlare con queste persone però mi ha fatto capire che in realtà i nazisti di oggi siamo. Lo sono anche io che non sto muovendo un dito. Che a ogni libro che ho letto, a ogni film che ho visto o testimonianza che ho ascoltato sulla Shoah ho sempre esclamato: Ma com’è possibile che nessuno se ne accorgesse. Queste persone mi hanno insegnato che invece è possibile perché è quello che stiamo facendo tutti noi in questo preciso istante. I campi di concentramento ci sono in Africa e nell’est Europa ma noi facciamo finta di non vederli. Noi non facciamo nulla. Io non faccio nulla.”

Parole dalla consapevolezza disarmante e che ti stendono al primo accenno di lettura, così come la copertina del libro che ritrae una pietà nera, una madre che piange un proprio figlio, dedicato a chi porta sulle proprie spalle le sofferenze del mondo, realizzata da Gix Musella, esperto in grafica editoriale e della comunicazione, con gli scatti della fotografa Alessandra Finelli.

L’evento, dopo i saluti istituzionali del sindaco Vincenzo Ascione e dell’assessore alla cultura Anna Vitiello, è stato moderato da Felicio Izzo, Dirigente scolastico del Liceo Artistico Statale “De Chirico” e da Daniela Fiore, presidente di “LESS Cooperativa Sociale”.