Chiara Ferragni e Balocco multati dall’Antitrust per 1,4 milioni di euro pratica commerciale scorretta. Il Codacons avrebbe poi chiesto il rimborso ai consumatori.

La notizia è stata riportata da Il Corriere e da tutte le più note testate e agenzie di stampa. Sembrerebbe, come riportato dal quotidiano, che in realtà il sovrapprezzo non sia andato in beneficenza ma all’azienda produttrice.

I consumatori pagavano un pandoro da oltre 9 euro, anziché 3,70, credendo che una parte del ricavato sarebbe andato in beneficenza all’ospedale di Torino. In realtà, una donazione in cifra fissa era già stata effettuata e il sovrapprezzo è andato soltanto a beneficio dell’azienda produttrice e della sua celebre testimonial”.

Selvaggia Lucarelli, che aveva a lungo indagato sulla vicenda, ha commentato il provvedimento: “L’operazione Balocco spiega bene la differenza tra beneficenza e operazione commerciale mascherata da beneficenza, operazione particolarmente odiosa perché utilizzava una questione come i bambini malati e gli ospedali che li curano. Ma mettiamo da parte la questione morale (che esiste eccome) e vediamo cosa ha accertato l’antitrust, che poi è quello su cui avevo lavorato per Domani. La donazione all’ospedale per la cura dei bambini malati era stata fatta da parte di Balocco mesi prima (maggio) dell’operazione commerciale natalizia (novembre). Erano stati donati 50 000 euro (wow). Quindi, come avevo sottolineato più volte, era completamente slegata dalla vendita dei Pandori. Chi guadagnava dalla vendita erano l’azienda e Ferragni, al limite. I Pandori griffati Ferragni erano stati venduti a un prezzo più alto: “il prezzo del pandoro “griffato”, che è stato proposto in vendita al pubblico a un prezzo pari a circa due volte e mezzo il prezzo del Pandoro classico Balocco, ha contribuito a indurre in errore i consumatori rafforzando la loro percezione di poter contribuire alla donazione acquistando il “Pandoro Pink Christmas”. Le società di Chiara Ferragni avevano incassato la somma di oltre 1 milione di euro a titolo di corrispettivo per la licenza dei marchi e per la realizzazione dei contenuti pubblicitari senza versare nulla all’ospedale Regina Margherita di Torino. Insomma, sei ricca, ma evidentemente la ricchezza non ti basta mai. Devi arricchirti pure usando a sproposito la parola beneficenza destinata alla cura di bambini malati. Salvo poi presentarti alla conferenza stampa di Sanremo e strappare l’assegno a favore di telecamera per darti una smaltata all’immagine. Ricordatevi: la beneficenza è una cosa seria. E come sapete per me questa battaglia è sacra e non risparmio niente e nessuno, da Ferragni all’ultima delle collette di parrocchia. Oggi, rispetto a ieri, mi sembra ne valga un po’ più la pena”.