Due anni fa, Pier Silvio Berlusconi volle fortemente Myrta Merlino a Mediaset. L’amministratore delegato del Biscione, lo scorso dicembre, ha poi ammesso che la giornalista, prima di firmare il contratto, non aveva nei suoi piano di salire al timone di un programma come Pomeriggio 5: “Siamo soddisfatti, si impegna molto ed è una grande professionista, adesso capiremo cosa vuole fare lei, se andare avanti con Pomeriggio 5 o dedicarsi ad altro. Perché devo dire che all’inizio lei non aveva in testa quel tipo di impegno e nemmeno quel tipo di prodotto, così largo su tutto, anche su cronaca e costume”.
Dopo due anni alla conduzione del programma che è stato di Barbara D’Urso, adesso Myrta Merlino ha deciso di lasciare e di dedicarsi altro. Stando alle ultime indiscrezioni, infatti, passerà a Rete 4 per condurre un programma più nelle sue corde. Stando a quello che ha rivelato in esclusiva FanPage, il manager di Myrta Merlino, Lucio Presta avrebbe chiesto una prima serata, anche come riconoscimento per i due anni di lavoro, come una sorta di buonuscita, eppure pare che non sia arrivato l’ok da parte di Pier Silvio Berlusconi, che avrebbe in mente altro: “Un secco rifiuto da parte di Berlusconi e non avrà nemmeno l’access prime time, una collocazione che pure sembrava alla sua portata”.
Niente prime serate né tantomeno l’access. Dove rivedremo allora la conduttrice? Secondo il noto portale ci dovrebbe essere un ritorno al mattino, proprio nella collocazione del suo vecchio programma di La 7, L’Aria Che Tira: “Fonti vicine a Cologno Monzese confermano tutte le manovre in atto. Possibile un ritorno della conduttrice alla fascia del mattino, come ai tempi di La7. Si profila invece un ritorno alla fascia mattutina, quella che fu di L’Aria che Tira su La7. Una collocazione che rappresenta un piccolo passo indietro rispetto al prestigio del pomeriggio di Canale 5, ma che potrebbe permettere alla giornalista di ritornare ai fasti di un tempo. La decisione di Pier Silvio appare definitiva: niente concessioni, niente prime time di commiato. Il no secco va inserito in un quadro più ampio di incertezze”.