Nuovi guai giudiziari per Alessandro Basciano, il 35enne dj ed ex concorrente del Grande Fratello Vip, accusato di stalking nei confronti della ex compagna, la modella e influencer Sophie Codegoni. Nella giornata di mercoledì 6 agosto, Basciano avrebbe dovuto presentarsi al commissariato di polizia a Milano per l'applicazione del braccialetto elettronico, ma non si è mai presentato all’appuntamento.

Secondo quanto riferito dal suo legale, l’avvocato Leonardo D’Erasmo, il dj non risiede più in Italia, ma alle Canarie. Di fronte a tale circostanza, e in seguito alla mancata applicazione della misura concordata, è scattato l’aggravamento della misura cautelare: per Basciano sono stati quindi disposti gli arresti domiciliari, come già stabilito in precedenza dal Tribunale del Riesame.

Un procedimento complesso

La vicenda giudiziaria di Basciano era iniziata lo scorso novembre, quando era stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta coordinata dall’aggiunta Letizia Mannella e dal pm Antonio Pansa. Tuttavia, era stato scarcerato in meno di 48 ore, e la Procura aveva presentato ricorso. Il Riesame aveva quindi imposto il divieto di avvicinamento a Sophie Codegoni, misura che la Cassazione ha reso definitiva il 30 aprile. Contestualmente, era prevista anche l’installazione del braccialetto elettronico, ma l’operazione era slittata per indisponibilità del dispositivo.

L’appuntamento per il 6 agosto sarebbe dovuto servire proprio a colmare questo vuoto. Ma l’assenza dell’indagato e la comunicazione della sua residenza all’estero hanno spinto le autorità ad attivare subito la misura più restrittiva.

Le accuse: “Un clima di ansia e paura”

Secondo l’accusa, Basciano avrebbe messo in atto comportamenti molesti e persecutori tali da generare nella ex compagna “uno stato perdurante di ansia e paura”, portandola a modificare le proprie abitudini per timore di incontrarlo. La stessa Codegoni, sentita dagli inquirenti lo scorso 28 novembre, avrebbe confermato episodi di minacce, insulti gravi e atteggiamenti intimidatori, anche documentati da chat acquisite dalla Procura.

Nel frattempo, si avvicina la chiusura delle indagini che potrebbero presto portare a una richiesta di rinvio a giudizio.