La vicenda dei video privati rubati a Stefano De Martino e alla compagna Caroline Tronelli ha assunto contorni sempre più inquietanti. Quello che inizialmente sembrava un semplice caso di hackeraggio, oggi appare come un episodio ben più complesso, che solleva interrogativi su privacy, sicurezza digitale e possibili attacchi mediatici mirati.

La dinamica: un furto digitale nella casa di Caroline

Tutto inizia intorno al 9 agosto 2025, quando qualcuno riesce ad accedere abusivamente al sistema di videosorveglianza installato nell’abitazione romana di Caroline Tronelli, compagna del conduttore originario di Torre Annunziata. Il risultato? Un filmato privato di circa venti minuti che ritrae momenti intimi della coppia.

Il video, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera e da Vanity Fair, è stato prima caricato sul dark web, poi su un sito straniero dedicato a webcam illegali, per finire anche su Telegram e persino sulla pagina Facebook del figlio di De Martino — un episodio che ha fatto precipitare la vicenda nel pubblico dominio.

De Martino sporge denuncia: si muove la Procura

Il conduttore di Affari Tuoi ha sporto immediata denuncia presso la Procura di Roma e alla Polizia Postale di Porto Cervo. È stato aperto un fascicolo contro ignoti per accesso abusivo a sistema informatico, ma gli inquirenti stanno valutando anche reati più gravi, come la diffusione illecita di materiale a contenuto sessualmente esplicito (revenge porn) e diffamazione.

A intervenire è stato anche il Garante per la Privacy, che ha disposto il blocco immediato della diffusione del filmato e avviato un’istruttoria per accertare responsabilità civili e penali.

Estorsione o strategia mediatica?

Una parte della stampa, in particolare il giornalista Gabriele Parpiglia su Affari Italiani, ha suggerito un’ipotesi inquietante: quella di una macchinazione mirata a colpire De Martino. Secondo Parpiglia, non sarebbe da escludere che il furto e la diffusione del video siano parte di un disegno più ampio per danneggiare l’immagine pubblica del conduttore, oggi uno dei volti più seguiti della Rai.

Se si voleva ottenere denaro, perché pubblicare subito il video? Non è più probabile che l’obiettivo fosse la distruzione mediatica?”, si chiede il giornalista.

Un’ipotesi che si intreccia con altri casi simili accaduti in passato — come quello di Raoul Bova, anche lui coinvolto nella diffusione di contenuti privati, e addirittura quello del calciatore Mauro Icardi. Vittime, forse, di una strategia ormai collaudata nel tentativo di “punire” il successo o la visibilità.

Il dettaglio inquietante: chi c'era dietro le telecamere?

Un ulteriore scenario avanzato dai legali di De Martino riguarda il possibile coinvolgimento di un tecnico fidato, qualcuno che conosceva il sistema di videosorveglianza e che avrebbe tradito il rapporto fiduciario instaurato con la famiglia di Caroline.

In questo caso non si parlerebbe di un semplice attacco informatico, ma di un vero e proprio sabotaggio interno, con implicazioni legali ed etiche ben più gravi.

Il video era riconoscibile? Sì, ed è diventato virale

Sebbene inizialmente non contenesse nomi, loghi o volti facilmente identificabili, il filmato è stato subito riconosciuto dagli utenti per via dei protagonisti e del contesto. È finito tra i più visti di alcune piattaforme e, da lì, è diventato virale. Il danno alla privacy è stato devastante.