È passato quasi un mese da quando è scoppiato lo scandalo dei video privati rubati a Stefano De Martino e Caroline Tronelli, hackerati e diffusi prima su un sito di cam e poi su varie piattaforme e canali di messaggistica, come WhatsApp e Telegram.
Il caso ha suscitato un’ondata di reazioni pubbliche: avvocati, giornalisti, esperti di cybersecurity e opinionisti sono intervenuti per commentare il furto e la diffusione del materiale. Ma ora, a dare una potenziale svolta alle indagini, è l’intervento di un investigatore privato, Amedeo Pantanella, che potrebbe aver individuato il primo diffusore dei video.
Le dichiarazioni dell’avvocato di Stefano De Martino
Il mese scorso, il legale del conduttore aveva già annunciato che verranno perseguiti penalmente sia coloro che hanno pubblicato online i filmati, sia chi continua a scambiarseli o conservarli sui propri dispositivi.
L’avvocato non ha escluso alcuna ipotesi sull’origine della fuga di materiale: “Potrebbe essere stato un hacker, ma anche un tecnico che ha tradito il rapporto fiduciario instaurato con la famiglia della ragazza e che si è approfittato di loro”.
Il racconto dell’investigatore Amedeo Pantanella
In un’intervista esclusiva al Corriere della Sera, Pantanella ha raccontato di essere da tempo al lavoro sul caso e di aver raccolto informazioni cruciali che potrebbero portare all'identificazione del primo diffusore del video.
“Quando la notizia ha cominciato a circolare, in molti hanno contattato la famiglia della ragazza e anche me, sapendo che mi stavo occupando del caso. Ho cercato di ricostruire una catena di Sant’Antonio, chiedendo a tutti come avessero avuto il video, per risalire alla fonte”.
Secondo l’investigatore, la svolta è arrivata grazie alla testimonianza di un contatto che si trovava a Diamante, in provincia di Cosenza, durante le vacanze di agosto.
“Mi è stato riferito che un uomo in spiaggia si vantava di avere il video. Un mio contatto è riuscito a copiare il filmato direttamente dal telefono di quell’uomo. Da alcuni dettagli presenti nella copia, ho capito che poteva essere il primo a diffonderlo sui social e via WhatsApp”.
La fuga del presunto colpevole
Quando Pantanella e i suoi collaboratori hanno cercato di bloccare l’uomo per consegnarlo alle forze dell’ordine, il sospettato è riuscito a fuggire dalla spiaggia, senza nemmeno pagare l’ombrellone e il conto del ristorante.“Deve aver capito che eravamo sulle sue tracce ed è letteralmente sparito”.
Resta da chiarire come abbia fatto a capire di essere in pericolo e a fuggire così rapidamente, ma il materiale raccolto è già stato consegnato alla Polizia per supportare le indagini ufficiali.
Un'indagine ancora complessa
In parallelo, proseguono anche le ricerche su chi abbia inizialmente rubato i video e li abbia caricati sul sito di cam. Tuttavia, le autorità si trovano di fronte a un percorso complesso, poiché il dominio del sito è registrato alle Isole Tonga, nel Sud Pacifico, rendendo difficile il tracciamento dei responsabili.