Taylor Swift si ritrova nel mezzo di una battaglia legale tra Blake Lively e Justin Baldoni, protagonisti del film 'It Ends With Us'. La cantante, molto amica di Blake Lively, potrebbe essere costretta a testimoniare, ma solo se il giudice federale Lewis Liman accetterà di prorogare la scadenza per la raccolta delle prove.
La causa, che si sta svolgendo presso il tribunale federale di New York, è nata dopo la controversa promozione del film del 2024. Lively ha denunciato Baldoni e la sua casa di produzione, Wayfarer Studios, per molestie sessuali e diffamazione. Baldoni ha risposto con una controquerela, poi respinta a giugno.
Secondo l’avvocato di Baldoni, Ellyn S. Garofalo, Swift avrebbe accettato di rendere una deposizione tra il 20 e il 25 ottobre, compatibilmente con i suoi impegni professionali. Garofalo ha chiesto al tribunale di modificare il calendario “esclusivamente per consentire la testimonianza della terza parte Taylor Swift”.
Ma l’avvocato di Lively, Michael J. Gottlieb, ha contestato la richiesta, accusando Baldoni di voler coinvolgere Swift per alimentare una strategia mediatica. In una lettera al giudice, Gottlieb ha sottolineato che non esistono prove concrete dell’accordo di Swift a testimoniare e ha definito la richiesta “priva di fondamento”.
Swift, che il 3 ottobre pubblicherà il suo dodicesimo album 'The Life of a Showgirl', ha fatto sapere tramite il suo legale J. Douglas Baldridge che non ha alcun ruolo materiale nella causa. Baldridge, secondo quanto riferisce il sito della Bbc, ha dichiarato che la cantante non ha mai acconsentito a una deposizione, ma che si renderebbe disponibile “solo se costretta dal tribunale”. Ha inoltre precisato che la richiesta è stata comunicata solo tre giorni prima e che l’unico periodo compatibile con l’agenda di Swift sarebbe la settimana del 20 ottobre.
Gottlieb ha inoltre accusato Baldoni di “straordinaria negligenza” e di mancanza di rispetto verso la privacy e gli impegni della cantante. Secondo lui, il team legale di Baldoni non ha contattato l’avvocato di Swift con i dettagli della deposizione fino a pochi giorni prima della richiesta ufficiale.
La tensione tra le parti era già emersa a maggio, quando Baldoni aveva cercato di ottenere messaggi privati tra Lively e Swift tramite un mandato. La richiesta era stata respinta dopo che il team legale di Swift l’aveva definita una “battuta di pesca ingiustificata”. Tuttavia, a giugno, il giudice ha stabilito che le comunicazioni tra le due amiche, riguardanti l’atmosfera sul set del film, sono rilevanti per il caso e possono essere consegnate a Baldoni.
La decisione finale spetta ora al giudice Liman, che dovrà valutare se concedere l’estensione richiesta e permettere la deposizione di Swift. Intanto, la causa continua a suscitare grande interesse mediatico, alimentata da nomi di alto profilo e da una narrazione sempre più intricata.