A cura della Redazione

Ogni anno a New York si svolge, nella prima domenica del mese di novembre, l’attesissima e suggestiva maratona.

L'1 novembre scorso, oltre 60.000 podisti tra professionisti e amatori, provenienti da 125 Paesi (con l'Italia al terzo posto per numero di partecipanti, dopo Stati Uniti e Francia) hanno partecipato alla corsa più popolare del mondo, e tra questi anche cinque degli atleti dell’Oplonti Trecase Run: Roberto Cirillo, Alfonso Raiola, Luigi Cirillo, Renato Scognamiglio ed Elena Bellerani (nella foto).

«Un sogno che diventa realtà. Ognuno ha il suo sogno. Noi podisti al contrario abbiamo un sogno che ci  accomuna - scrive Salvatore Leveque sulla pagina Facebook di Oplonti Trecase Run -. Dalla prima volta che indossiamo le scarpette da corsa iniziamo a sognarlo, noi lo chiamiamo il sogno, e questo sogno si chiama Maratona di New York!»

La maratona di New York ha fatto il suo esordio nel 1970 con soli 127 concorrenti che percorrevano più giri lungo il Park Drive di Central Park. Non più di un centinaio di spettatori si fermarono ad assistere alla vittoria di Gary Muhrcke in 2:31:38. Inoltre, solo 55 concorrenti arrivarono al termine della gara.

Negli anni, la maratona ha avuto un numero sempre maggiore di atleti al punto da diventare la gara podistica più partecipata del pianeta. Mastodontica partecipazione oltre che di atleti, anche di spettatori lungo tutto il percorso, stimati in oltre due milioni nell’edizione di quest’anno.

Il tracciato di gara attraversa i cinque grandi distretti della Grande Mela: State of Island, Brooklyn, Queens, Bronx e Manhattan.

Sveglia alle 4.30 per fare colazione (carboidrati) e farsi trovare pronti all’appuntamento delle 5.20 con la navetta che porta gli atleti al ponte di Verrazzano. Enorme il sistema di sicurezza all’ingresso del parco accoglienza per gli atleti, sito in State of Island. Non sono mancati i metal detector e le perquisizioni da parte della polizia di New York per rendere la gara quanto più sicura possibile, dopo l’attentato della Maratona di Boston. Impeccabile l’organizzazione per avere una partenza ordinata dei 60.000. Ogni atleta era catalogato per wave (orario di partenza), colore (posizione sul ponte) e corral (griglia). Alle 9.50, sulle note dell’inno nazionale americano e della celebre “New York-New York”, si parte. Dopo i 3 km del ponte si raggiunge Brooklyn e qui inizia la festa di gente, di musica. Migliaia di persone a bordo strada ad incitare, cantare, ballare, urlare e chiedere il cinque agli atelti. Chilometro dopo chilometro si raggiunge il Queens per poi attraversare il Queensboro Bridge. Dopo il ponte si è in Manhattan ed in particolare sulla First Avenue.

Sembrerà impossibile ma gli spettatori sembrano triplicati, la festa è ancora più festa, il cuore batte ancora più forte. Tamburi, complessi musicali, sax, musica tribale, cheerslaeders a go go, è la festa del mondo con asiatici, afro, sudamericani, europei, tifosi impazziti sulla prima storica strada di New York.  Il caratteristico tragitto ondulato (Manhattan deriva dall'Indiano, “Isola delle colline”) è un ostacolo stremante per le gambe dei ciqnue runner dell’Oplonti-Trecase Run. Ma si va avanti  verso il Bronx ed il rientro a Manhattan per il quartiere di Harlem e per la Fifth Avenue. Siamo al 38esimo km, si entra in Central Park dove continuano i saliscendi ma non fanno più male, si respira l’aria del traguardo, il pubblico sembra spingerti in avanti con i suoi “Italia, Italia!”. Passaggio per Columbus Circle , giusto per salutare l’italiano più importante d’America, ultima curva, cuore in gola, e finalmente si varca il mitico traguardo. Tutti vincitori i finisher dell’Oplonti-Trecase Run. Medaglia al collo, foto di rito, qualche lacrima e si torna in albergo più ricchi e più vivi, con la consapevolezza di aver vissuto un giorno speciale che non sarà mai dimenticato.

A distanza di sette giorni è Vincenzo Raiola a percorrere la maratona di Atene, lungo le strade che Filippide attraversò dalla città di Maratona per informare i greci della vittoria sui Persiani nel 490 a. C..

Un’altra gara storica, quella che ha dato il via a tutto. E anche qui Oplonti-Trecase Run c’era.