Un’eredità che va oltre lo sport, fatta di valori, impegno sociale e passione autentica. È quella lasciata da Sergio Riggi, figura storica della pallavolo campana e fondatore della Fiamma Torrese, realtà nata nel 1981 in un contesto difficile ma animata da entusiasmo, visione e determinazione.
Riggi, insieme a Luigi Saportito, Gigetto Vitiello, Salvatore Guida e Giovanni Grimaldi, riuscì a dare vita a un movimento che ha formato intere generazioni di atlete, costruendo un’esperienza che ha inciso sia sul piano agonistico che su quello umano. La costanza, l’attenzione verso il sociale e l’idea dello sport come strumento educativo sono tra i suoi lasciti più preziosi: non solo pallavolo giocata, ma anche regole di vita insegnate a tante ragazze e ragazzi nel corso di oltre trent’anni.
A ricordarlo oggi è il figlio Michele, che insieme alla sorella Iolanda porta avanti il legame con quei luoghi simbolici dove tutto è nato: il PalaPittoni e la storica palestra del Quarto Circolo, definita “la nostra roccaforte”. Ogni volta che vi fanno ritorno, racconta, l’emozione è forte e il ricordo si fa presenza.
Un momento particolarmente sentito è il Memorial Sergio Riggi, giunto quest’anno alla sua seconda edizione. Dopo il grande entusiasmo della prima edizione, quest’anno la vittoria del Trofeo ha reso ancora più significativo il tributo all’uomo che ha dato origine a tutto. Il figlio ha voluto rivolgere un sentito ringraziamento a chi oggi continua quel cammino con passione e competenza: l’allenatrice Adele Salerno, “una delle più brave del circuito regionale e non solo”, il presidente Giovanni Longobardi e il direttore sportivo Enrico Ottagono, che hanno saputo «raccogliere degnamente il testimone» di suo padre.
Lo sguardo si rivolge poi ai giovani: in un momento d’oro per il volley italiano — con i successi mondiali sia del settore maschile che femminile e il recente trionfo olimpico delle azzurre — il messaggio è chiaro: la pallavolo è uno sport di squadra che apre orizzonti, crea comunità e regala soddisfazioni straordinarie. L’auspicio è quello di vedere sempre più ragazze e ragazzi avvicinarsi a questa disciplina, trovando nella rete non solo un campo da gioco, ma uno spazio di crescita.
Accanto alla pallavolo, osserva il figlio, esistono molti altri sport meritevoli; ma il volley rappresenta oggi un modello di sviluppo sociale e formativo di primo piano. E su questo fronte, assicura, «la famiglia Riggi non farà mai mancare il proprio contributo concreto».
La storia di Sergio Riggi non è solo un ricordo familiare, ma una traccia viva che continua a illuminare il cammino della pallavolo torrese e campana, con lo sguardo sempre rivolto al futuro.
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