A cura della Redazione
Martedì 29 gennaio si sono riaperte le scuole dopo più di un mese di assenza, tra festività natalizie ed emergenza rifiuti. I ragazzi degli istituti superiori sono, dunque, ritornati tra i banchi di scuola nonostante la città sia ancora invasa da cumuli di immondizia. I più timorosi sono stati senz’altro gli studenti del quinto anno, visto che l’esame di maturità, previsto per il mese di giugno, è sempre più vicino e non aspetta di certo il ritardo dei programmi degli studenti campani. Siamo andati all’entrata degli istituti per capire cosa pensano i giovani torresi e quale soluzione propongono per accelerare i tempi del loro “studio matto e disperatissimo”. Carmela, ultimo anno al Liceo scientifico, preoccupata per l’esito di quest’anno scolastico, si dimostra scoraggiata all’idea di dover correre con i tempi per terminare il prima possibile i programmi: “Quest’anno - afferma - la Commissione d’esame è composta da tutti membri esterni, a parte matematica e inglese, e i corsi di recupero non possono essere svolti nel pomeriggio perché abbiamo già quelli intensivi. Sicuramente ora i professori ci “bombarderanno” di nozioni ed interrogazioni perché tra poco terminerà il trimestre e nessuno pensa di ridurre il programma. Dovremo sudare per ottenere buoni risultati, e perché poi? Perché le nostre sedi continuino ad essere circondate dalla spazzatura?! Per non parlare poi dei problemi che potrebbero derivare dalle elezioni anticipate, con un’ulteriore perdita di giorni di lezioni. E’ una vergogna. Torre Annunziata è una terra bruciata dove non può più crescere niente”. Con lo stesso malcontento, Pio, quinta D dello Scientifico, dice: “All’inizio molti erano contenti del prolungamento delle festività natalizie; ma ciò non doveva rappresentare una perdita di tempo; dovevamo protestare ed invece, con la chiusura delle scuole, abbiamo smesso di manifestare. Ora sono un po’ preoccupato per gli esami - continua Pio - ma credo che i nostri insegnanti, consapevoli dell’emergenza che c’è stata, capiranno che siamo essere umani e non robot e che faremo tutto ciò che possiamo per raggiungere determinati risultati. La colpa non è nostra - conclude - ma dello Stato che non fa niente per fronteggiare questi disagi. Un po’ di allegria ci vuole sempre, ritornerò in classe con un sorriso e con la voglia di fare perché c’è il nostro futuro in ballo”. Diverso atteggiamento, invece, assume Gianluca, quinta A dell’istituto Cesàro: “Non dobbiamo abbatterci, dobbiamo rimboccarci le maniche e andare avanti accelerando i tempi, anche con qualche corso pomeridiano. Ma ciò che più mi angustia è questa continua emergenza rifiuti. Le persone che ridono di noi hanno ragione, siamo un popolazione inerme che non fa nulla e aspetta sempre il peggio. Ci vorrebbero dei termovalorizzatori in zona e un’educazione civica alla raccolta differenziata. Il mio futuro lo vedo lontano da Torre, perché qui resteranno sempre e comunque gli stessi problemi”. “Siamo rovinati - esordisce Giuseppe, quinta D dell’Itis “Marconi” -. Non so come faremo ad affrontare questo esame di stato. I professori andranno spediti col programma; faremo dei corsi di recupero e non di potenziamento, ma a noi cosa resterà? Nulla, perché avremo la testa piena di nozioni, cifre, regole per affrontare un’interrogazione ma non un esame di maturità. Come al solito qui a Torre Annunziata si pensa solo a soluzioni non definitive. La giusta proposta sarebbe quella della raccolta differenziata, ma la vedo dura educare gli anziani e i poco acculturati. Oppure chi resterà qui dovrà abituarsi alle mascherine e ai vaccini anticolera. E’ questo il vero problema, non l’esame di maturità”. Il disagio e la frustrazione di essere emarginati e inferiori appartiene anche a chi non deve affrontare l’esame a giugno, ma che ugualmente si pone il problema di come recuperare i giorni persi. Melania, quarta C dell’istituto d’Arte “De Chirico” non riesce a dare una soluzione. “I corsi pomeridiani sono un’idea da bocciare - afferma - perché le lezioni terminano alle 15,30; ritornare a scuola nel pomeriggio e andare a casa per studiare è un’impresa irrealizzabile. Dovremmo dormire lì. C’è chi dice che si continuerà fino al 30 giugno, ma io mi chiedo: con la nuova riforma, che prevede corsi di recupero a luglio per i debiti, e con i ragazzi che devono sostenere l’esame di qualifica, quando si troverà il tempo di studiare?”. Di fronte a tutte queste lamentele e angosce è difficile dare una risposta, perché le nuove generazioni sembrano mollare non soltanto le illusioni ma addirittura la loro stessa città. Alla nostra domanda come e dove vedi il tuo futuro, tutti hanno risposto: “Lontano da Torre Annunziata”. Allora chi resterà a vivere in questo città? Speriamo non soltanto la “monnezza”. ENZA PERNA