A cura della Redazione

È stato interrogato ieri pomeriggio Massimiliano Bonzani, l’unico dei 13 indagati nell’ambito dell’inchiesta sul crollo di Rampa Nunziante colpito alcuni giorni fa dal provvedimento di divieto di dimora. E, assistito dagli avvocati Gennaro Ausiello e Luciano Bonzani, l'architetto di Torre Annunziata ha risposto per due ore a tutte le domande del magistrato, dando la sua versione dei fatti in merito alle accuse di falsità in atto pubblico e nelle istanze urbanistiche. 

 «La normativa edilizia degli anni '60 era differente da quella attuale – spiega l'avvocato Ausiello – e quei documenti erano regolari. Poi, c'è da precisare una cosa: l'architetto Bonzani non è responsabile del crollo e le accuse sono riferite solo ad alcuni aggiornamenti catastali». In particolare, alla fusione di tre appartamenti in uno, comunicata al Catasto nel 2016. «Se poi ci sono stati progetti, lavori e tutto il resto – precisa ancora uno dei legali di Bonzani – l'architetto non ha messo mano a niente. Il nostro assistito è stato collaborativo e sereno con il magistrato – dice ancora l'avvocato Ausiello – e rispettiamo il lavoro investigativo ancora in corso». 

Presentata anche una perizia di parte per spiegare nel dettaglio tutti i passaggi tecnici e urbanistici, le indagini per i 13 indagati, intanto, restano «sospese» in attesa della perizia di Nicola Augenti e Andrea Porta che presto dirà quali sono state le cause del crollo e se qualcuno ne è responsabile.

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