A cura della Redazione

Con l’approssimarsi delle elezioni politiche del 4 marzo, la Commissione elettorale comunale avrà il compito di nominare i 208 scrutatori da insediare nei 52 seggi elettorali di Torre Annunziata.

Quale metodo sarà scelto? La chiamata diretta e nominativa oppure il sorteggio?

La legge n. 270 del 2005, e successivamente la legge 22 del 2006, affermano che “la Commissione elettorale comunale deve procedere alla nomina degli scrutatori all’unanimità scegliendo tra i nominativi che rientrano nell’apposito albo”.  Scompare, quindi, dalla scena il sorteggio, che, invece, è stato in vigore dal 1989 al 2005.

Il principale motivo di tale cambiamento sta nel fatto che con il sorteggio, nei comuni del Centro-Nord d’Italia, era pressoché impossibile assicurare il normale svolgimento delle elezioni per la defezione in massa degli scrutatori sorteggiati, nessuno dei quali, o quasi, era disposto a svolgere tale incarico di responsabilità per poco più di cento euro (145, per l’esattezza, a fronte dei 187 euro che spettano ai presidenti di seggio).

Al Sud, invece, si verifica la situazione opposta: c’è una corsa spietata a fare lo scrutatore per avere la possibilità, una volta tanto, di guadagnare qualche euro.

A Torre Annunziata, nelle ultime tornate elettorali, le Commissioni hanno optato per il metodo del sorteggio. Ciò, però, ha creato non pochi disservizi in quanto molti scrutatori sorteggiati, non presentandosi ai seggi (chi perché, pur essendo iscritto all’albo, non era più interessato, chi perché impegnato), creavano non poche difficoltà ai presidenti, i quali erano costretti a nominare sul posto gli scrutatori mancanti.

Va detto, però, che entrambi i criteri hanno i loro pro e contro.

Il sorteggio è il metodo più trasparente e dà la possibilità a tutti di concorrere senza corsie preferenziali. Però c’è il rischio che vi sia un’alta defezione di scrutatori ai seggi, oltre al fatto che non tutti i sorteggiati potrebbero essere disoccupati.

Con la nomina discrezionale degli scrutatori, se è vero che la procedura è meno trasparente, si assicura la piena funzionalità dei seggi sin dal loro insediamento e si privilegiano per lo più i disoccupati (almeno questo è sempre stato - in passato - l’orientamento dei componenti della Commissione).

Un’obiezione potrebbe nascere spontanea: perché non limitare il sorteggio solo ed esclusivamente ai disoccupati? La risposta è semplice: perché sarebbe pressoché impossibile dotarsi di una banca dati aggiornata di tutti gli occupati di una città iscritti all’albo degli scrutatori. Mentre, con la nomina discrezionale e nominativa degli scrutatori, si sceglie per lo più chi si conosce, privilegiando appunto i giovani disoccupati.

Intanto, lunedì 12 febbraio alle ore 8, si riunirà la Commissione elettorale comunale per nominare o sorteggiare i 208 scrutatori per le elezioni politiche del 4 marzo.

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