A cura della Redazione

Pubblichiamo la lettera giunta in redazione a firma del dirigente scolastico del Liceo "de Chirico" di Torre Annunziata, Felicio Izzo, in relazione al murale che dovrà essere installato sulla Rampa Nunziante - su iniziativa dell'Amministrazione comunale in occasione del primo anniversario della tragedia del 7 luglio scorso - per commemorare le otto vittime del crollo.

L'opera, dal titolo "Il cielo è il nostro mare", è stata realizzata dagli studenti della scuola di via Vittorio Veneto.

Ho recentemente letto un articolo sull’imminente installazione, da parte dell’Amministrazione comunale, di un murale in memoria delle vittime del crollo del 7 Luglio. Particolarmente apprezzabile la sezione relativa alla spiegazione dell’opera. Consentitemi, a tal riguardo, di fornirne qualche integrazione, suggerendo un’attenzione anche alla forma e alla disposizione/collocazione degli aquiloni, entrambe depositarie di ulteriori significati. Allo stesso modo mi permetto di segnalare l’origine dell’idea da individuare in un articolo, che annunciava un impegno, a commento della tragedia e che richiamo nelle parti d’interesse.

“Verrà il tempo del giudizio che servirà a misurare la miseria degli uomini, ma adesso è sollievo pensare che sia stata la bellezza del paesaggio a perderli, che il silenzio immenso del mare ne abbia colto i pensieri per custodirli. E il cielo gli sguardi chiusi a tenerli lontano dal male. E così che Marco e Francesca e Salvatore (tre delle vittime, le piùgiovani, della tragedia, ndr) diventano solo dei nomi, che potrebbero assumere il volto di qualsiasi dei nostri figli. Perché la domanda è: Ma si può morire per troppo amore o per eccesso di bellezza?. Nelle città difficili può succedere. E’ successo. Ma non è una consolazione. Restano le colpe degli uomini e la pietà di ognuno che tutte le riscatta, ma senza dimenticarle. Questo, almeno, l’augurioQuesto il dovere di chi resta, l’omaggio e l’impegno verso chi, sognando il mare, vi ha fatto ritorno, in un’alba d’estate".

Tanto riporto, sia per completezza d’informazione sia per obbligo di verità, una volta tanto inconfutabile, derivando da una conoscenza diretta, in qualche caso, intima, degli autori dell’opera, tutti riconducibili al Liceo Artistico “Giorgio de Chirico”, dall’idea al disegno, alla grafica al rendering. Certo la precisazione non è minimamente funzionale alla rivendicazione da parte dell’istituto della proprietà intellettuale. Anzi la storia dell’istituto testimonia quanto il concetto di “proprietà” gli sia, per statuto etico, estraneo, in termini di assolutezza. Quanto alla connotazione di “intellettuale”, ci teniamo decisamente di più sia in quanto scuola, sia come cittadini di un territorio che troppo spesso ha fatto della proprietà (soprattutto edilizio-immobiliare) un valore esclusivo ed eslege con conseguenze che solo l’ipocrisia definisce “fatali tragedie”.

Siamo sicuri si tratti di una semplice dimenticanza, per quanto in replica ad un’altra di poco anteriore, e non di una disinvolta e malintesa interpretazione di un atteggiamento, da sempre tenuto dal Liceo, ispirato a singolare e signorile disponibilità. a operosa e misurata discrezione senza urli, strepiti e clamori. 

E’ appena il caso di richiamare la collaborazione offerta ad enti, scuole ed associazioni del territorio. Dal progetto dei lampioni nel corso - circa un quarto di secolo fa - al corredo grafico in promozione della mostra sui reperti di Oplonti, alla progettata stele a Giuseppe Veropalumbo, in attesa di una sua realizzazione, alla decorazione del Santa Lucia alle innumerevoli scuole che si sono avvalse delle nostre competenze nei diversi settori (figurazione, plastica, design, grafica, progettazione…).

E’ in nome di tale comunità che si chiede il riconoscimento e la giusta considerazione della propria attività, una comunità che ha nel senso di orgogliosa appartenenza il suo valore più autentico, dove lo sportello didattico viene affidato a docenti in pensione. Ovviamente senza compenso se non quello di seguitare ad esercitare il più grande privilegio al quale un vero docente possa aspirare: continuare ad insegnare e, insegnando, ad apprendere dai propri alunni. 

Felicio Izzo