Medici in campo per il CMO. Una lettera a firma di quaranta professionisti sanitari è stata inviata al ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, al ministro della Salute, Giulia Grillo, al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ai parlamentari del Collegio torrese, Luigi Gallo e Virginia La Mura, al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al presidente della Commissione Sanità regionale, Stefano Graziano, al sindaco della Città Metropolitana Luigi de Magistris e al sindaco di Torre Annunziata, Vincenzo Ascione.
Un appello lanciato per sensibilizzare le Istituzioni sulle ripercussioni che la chiusura della Medicina Nucleare - per presunti abusi edilizi - avrà sui pazienti, e che allo stato attuale determinerà «danni non quantificabili a lungo termine», scrivono i medici. E per «salvare una struttura d'eccellenza».
«Siamo professionisti della Sanità, uomini e donne con età, specializzazione ed esperienze lavorative diverse - si legge nella missiva -. La nostra caratteristica comune è il CMO. Al di là della questione amministrativa e legale, a noi preme far conoscere la valenza sanitaria e scientifica della struttura per la sanità campana e non solo. Oltre 150mila pazienti e 600mila prestazioni l’anno, il 20% di questi che raggiunge Torre Annunziata da diverse regioni d’Itialia, soprattutto per quanto riguarda la Medicina Nucleare con apparecchiature PET di ultimissima generazione».
«Nei mesi scorsi - continua la lettera - al CMO era attivo un fitto programma di prevenzioni gratuite, da quella oncologica a quella di malattie croniche, che ha accolto un numero sempre crescente di pazienti. Proprio grazie alla prevenzione sono tantissimi i casi di persone che hanno scoperto malattie in tempo, riducendo le ospedalizzazioni e migliorando la qualità della vita di tanti pazienti. Attualmente nella struttura posta sotto sequestro ci sono due PET che naturalmente non possono essere utilizzate. Considerando che nella ASL di appartenenza (la Napoli 3 Sud, ndr) sono tre quelle autorizzate, stiamo assistendo alla perdita di oltre la metò di esami da effettuare».
«Un situazione - evidenziano ancora i medici sottoscrittori dell'appello - grave, già deficitaria in partenza visto che presso questa ASL il fabbisogno della popolazione richiede quattro PET. La chiusura mette in seria crisi il sistema per la diagnosi ed il follow up del paziente oncologico, abbandonato così al dolore e alla paura e con la speranza negata della vittoria nel gioco tra la vita e la morte».
La lettera si conclude con un accorato appello. «Confidiamo nella Giustizia e chiediamo la vostra attenzione perché pretendiamo che un’eccellenza della buona Sanità come il CMO venga salvata e salvaguardata per la popolazione ed i tanti pazienti e per non costringere tanti giovani professionisti ad abbandonare il nostro territorio e, come ennesimi cervelli in fuga, arricchire di professionalità paesi a noi lontani».
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