A cura della Redazione

Un anno fa, il 28 marzo 2018, due operai morirono in seguito ad una forte esplosione di un grosso serbatoio di un deposito nel porto di Livorno. Una delle vittime era Nunzio Viola, 53 anni di Torre Annunziata, l’altro Lorenzo Mazzoni, 25 anni, entrambi dipendenti della Labromare, società che si occupa di bonifiche ambientali. Giovedì 28 marzo 2019, i cittadini livornesi hanno voluto ricordare con una fiaccolata le due vittime e tutte le morti bianche in Italia.

Nunzio era emigrato in Toscana nel 1990 per cercare lavoro.  Insieme alla moglie, anche lei torrese, e alle quattro figlie risiedevano nel comune di Collesalvetti, nella provincia livornese.  Al momento della tragedia la donna si trovava in treno diretta proprio a Torre Annunziata, per trascorrere le festività pasquali. Qui poi avrebbe dovuto raggiungerla anche il marito.

La morte di Nunzio suscitò grande commozione nella cittadina oplontina, con la proclamazione del lutto cittadino in occasione delle esequie da parte del sindaco Vincenzo Ascione.

A distanza di un anno, il processo penale per individuare le eventuali responsabilità è ancora in corso, mentre la fase stragiudiziale si è conclusa da poco. Ad assistere la famiglia, l’avvocato di Torre Annunziata Francesco Savarese, che ha curato il contenzioso civile tra le parti, conclusosi con un giusto risarcimento dei danni a favore dei familiari di Nunzio Viola.

“Al di là la soddisfazione professionale per aver aiutato la famiglia Viola ad ottenere il ristoro dei danni subiti per la perdita del caro Nunzio - ha affermato Savarese -, da avvocato e da uomo impegnato nella politica rimane in me l’amara consapevolezza che al Nord come al Sud il tema della sicurezza sul lavoro è ancora troppo poco attenzionato dalle Istituzioni. E’ necessario fare molto di più affinché si garantisca maggiore sicurezza e tutela della salute dei lavoratori sui luoghi di lavoro”.

Un dato su tutti: nel 2018 le morti sul lavoro sono state 703!

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