Quando da Facebook nasce un articolo. Osservando foto di miei amici sul popolare social network, ho visto quelle di Salvatore Gallo, in vacanza questa estate nella città francese di La Ciotat, e l’ho contattato per questa intervista, anche in considerazione del fatto che ricorre il decennale del gemellaggio Torre Annunziata-La Ciotat.                                                                                                                                                                 

Salvatore, parlaci del tuo viaggio a La Ciotat...                                                                                                                                                                                                     
«Sono stato in questa bella città balneare a trenta chilometri da Marsiglia con mia moglie Rosa Amura ed un’altra coppia di amici, Agostino Balzano e Carla Finale. E devo dire che siamo rimasti entusiasti! Abitanti cordiali e disponibili, anche se nessuno sapeva del gemellaggio con Torre Annunziata, forse poco pubblicizzato. C’è una lunga spiaggia pulita ed attrezzata con bagni e docce, campi di beach soccer e volley, guardie che sorvegliano e prestano soccorso ai bagnanti in caso di necessità, ma il fatto strano è che... tutto è gratuito!».
E il mare?                                                                                                                                                                                                                                           
«E’ di una bellezza unica, le acque sono limpidissime e di un verde smeraldo, anche se nonostante fosse agosto...ancora fredde!  E alla fine del lungomare, camminando per un breve tratto,si arriva alle “calanques” di Figuerolles e Mugel, calette stupende dove c’è un mare ancora più cristallino.  Ci sono poi le “falaises”, scogliere a picco sul mare, e di fronte a La Ciotat c’è “l’ile verte”, un’isoletta raggiungibile con una navetta in dieci minuti». 
Cos’altro avete visitato?
«Abbiamo visto, purtroppo solo dall’esterno perché era chiuso, il cinema-teatro Eden, il più antico del mondo, restaurato da alcuni anni, dove nell’ottobre 1895, centoventi anni fa, fu proiettato il primo film dei fratelli Louis e Auguste Lumière, prima che fosse visto a Parigi due mesi dopo. Ha ora 250 posti mentre ne aveva allora 400, e si è conservato finora perché il proprietario era un amico della famiglia Lumière e gli eredi lo hanno ceduto solo al Comune che ha provveduto a riportarlo all’antico splendore. Il padre Antoine vi costruì una grande villa, quasi un castello, che esiste ancora, e nel cui giardino fu girato un altro loro divertente film “L’arroseur arrosé” (il giardiniere innaffiato, ndr), oltre al primo che fu “L’entrée d’un train en gare de la Ciotat” (L’entrata di un treno nella stazione di La Ciotat) che impaurì i pochi spettatori presenti perché pensavano che il treno uscisse dallo schermo! L’assessore alla cultura di La Ciotat, Jean Louis Tixier, vuole chiedere l’iscrizione della stazione nel patrimonio mondiale dell’Unesco».
Vi è capitato qualcosa di curioso nel vostro viaggio?
«Sì, abbiamo conosciuto due persone che hanno un legame con Torre Annunziata. La prima è una cugina dell’ex massaggiatore del Savoia Andrea Vecchione. E’ partita dalla nostra città per Marsiglia in vacanza, vi ha trascorso tre mesi... e poi ha deciso di rimanere lì per sempre! In seguito abbiamo lasciato questa città e deciso di visitare Saint Tropez, Cassis, le isolette di Frioul, tra cui lo chateau d’If, dove fu rinchiuso il conte di Montecristo Edmond Dantès, descritto nel romanzo di Alexandre Dumas. Ma la vera sorpresa ci è capitata in un’altra isoletta di questo piccolissimo arcipelago vicino Marsiglia, e precisamente a Ratonneau che è collegata ad un’altra isoletta, Pomègues, con una piccola diga. Qui abbiamo incontrato Eric Bucciero...».
Chi è?
«Suo nonno Giuseppe, nato a Torre Annunziata, si è trasferito a Marsiglia agli inizi del Novecento, lì poi ha avuto un figlio, Raymond, padre di Eric. Raymond è morto nel 2009 e l’anno successivo, in occasione del compleanno di suo figlio Gianni Giuseppe Raymond, Eric ha aperto a Ratonneau un ristorante-pizzeria. E’ nel suo locale, dove siamo andati a pranzare, che abbiamo scoperto, parlando con lui, che Eric è originario di Torre Annunziata».
Come vi ha accolto?
«Dopo l’iniziale sorpresa, ci ha accolto calorosamente. Pensa che ci ha fatto fare un pranzo squisito, a base di mare, con antipasto di cozze e “fravagli”, primo di pasta con pesce, secondo con pescato all’acqua pazza, tre dolci a testa, caffè e amaro... a soli venti euro a testa. E tutto era freschissimo! A proposito, il suo ristorante si chiama “La table à Raymond” (la tavola da Raymond, ndr), ed è chiaramente intitolato alla memoria del padre di Eric». 
Come vi siete lasciati?
«Lo abbiamo ringraziato per la sua gentilezza, ci siamo scambiati i numeri di telefono... ed io ho regalato al figlio il cappellino del Napoli che avevo in testa! Eric si è ripromesso di venire a breve nella nostra città ed anzi ha lanciato un appello su Facebook per contattare e conoscere suoi parenti torresi della famiglia Bucciero». 

Qui finisce l’intervista ma vorrei aggiungere una nota a margine. Ho richiesto anche io l’amicizia ad Eric che me l’ha concessa con piacere, anzi abbiamo avuto una lunga conversazione in francese e mi ha inviato anche le foto del suo ristorante. Un’ultima considerazione. Dieci anni fa, nel 2005, il sindaco Francesco Maria Cucolo si recò a La Ciotat per concordare e  suggellare questa iniziativa con il primo cittadino, il “maire” Patrick Boré, che l’anno dopo è venuto a Torre Annunziata per incontrarsi con l’allora primo cittadino sindaco Luigi Monaco, ufficializzando il gemellaggio. Da allora nessuno scambio più di visite. Visto che Boré è ancora sindaco e Giosuè Starita lo è dal 2007, perché non riprendere e far rivivere questo gemellaggio? Ad ottobre, ogni anno, lì si festeggia lo scampato pericolo della peste con una manifestazione in costumi d’epoca del 1720, che è appunto il titolo dell’iniziativa. Da noi, sempre in quel mese, la festa del 22 per lo scampato pericolo della lava del Vesuvio. E’ un’occasione da cogliere? A Starita il compito di renderla realtà.        

(nella foto, da sinistra: Gallo, Bucciero e Balzano)