A cura della Redazione

Nell'antica Pompei si scava in collaborazione con centri universitari e di ricerca francese al fine di studiare la struttura delle botteghe di quell’area di periferia conosciuta come Porta Ercolano.

A sorporesa sono emerse sepolture sannite e segni evidenti di tombaroli antecedenti all’epoca dell’eruzione del Vesuvio (79 d.C.) che avevano perso parte della refurtiva nel corso dei loro spostamenti.  

Le ricerche della Soprintendenza archeologica di Pompei, in collaborazione con l’école française de Rome, il Centre Jean Bérard e il CNRS stanno riportando nuove interessanti scoperte: una tomba di età sannitica, insediamenti commerciali e reperti di varia natura (corredi funerari, utensili e monete in oro). Tra questi, la tomba a cassa in lastre di calcare del IV sec. a.C., contente i resti di un giovane maschio dotato di una notevole struttura ossea e il corredo funerario completo (sei vasi a vernice nera), rappresenta (insieme al rinvenimento dell’anno precedente) una rara testimonianze funeraria di età preromana. 

Nelle botteghe scavate a poca distanza dall’area funeraria sono state rinvenute tre monete d’oro e un pendente di collana tra le ossa degli scheletri di alcuni fuggiaschi, mescolate alla rinfusa dopo i saccheggi degli scavatori clandestini susseguenti l’eruzione del 79 d.C.. Sono stati rinvenuti anche un forno, probabilmente per la fabbricazione di oggetti in bronzo, ed una cava utilizzata per l’estrazione di materiale per costruzioni. 

Nella zona della necropoli di Porta Ercolano è in fase di conduzione un progetto di ricerca multidisciplinare che originariamente aveva l’obiettivo di studiare le trasformazioni di un’area commerciale fuori le mura di Pompei, ma che sta portando parallelamente a numerose ed interessanti conoscenze sulle sepolture sannitiche in una zona dove il Fiorelli aveva cominciato a scavare due secoli prima, mentre numerosi segni hanno stimolato una fruttuasa ricerca. 

Difatti la campagna, partita il 16 maggio con lo scavo di due botteghe, ha portato anche al rinvenimento di quattro scheletri. La scoperta ancora più sensazionale è che le mura della bottega nella quale avevano cercato riparo quei quattro sfortunati, era stata interessata dal passaggio di fossores, scavatori clandestini alla ricerca di oggetti preziosi e metallo. Sono rimasti sul campo, così, tre monete d’oro (tre aurei datati tra il 74 e il 77/78 d.C.) e un fiore in foglia d’oro.

Un forno verticale al quale si accede tramite alcuni scalini rappresenta un unicum per Pompei, Doveva servire all’epoca per la fabbricazione di oggetti in bronzo. Poco distante una bottega che fungeva da cava di materiale edile. Al centro un pozzo circolare del diametro di 1,75 m. accessibile attraverso una scala a chiocciola, ricavata nello stesso terreno naturale. Sul fondo, uno strato di tufo friabile ha scoraggiato gli scavatori antichi.

twitter: @MarioCardone2

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