Lulù Selassiè è stata rinviata a giudizio con l’accusa di stalking e minacce nei confronti dell’ex fidanzato Manuel Bortuzzo. I due si sono conosciuti nel 2021 durante la sesta edizione del Grande Fratello Vip, ma ad alcuni mesi di distanza dalla fine del reality show, il nuotatore annunciò la fine della loro storia d’amore. La “principessa” ha optato per il rito abbreviato, ma il suo legale, Nicolò Vecchioni ha spiegato a Fanpage che si tratta di un rito abbreviato condizionato, nel corso del quale la difesa potrà fornire documenti al giudice.
“Ci sono stati fraintendimenti rispetto ad alcune dichiarazioni fatte da Lucrezia durante l'interrogatorio di garanzia, è stato scritto che si sarebbe dichiarata colpevole, quando invece ha solo definito errati alcuni suoi comportamenti rispetto ai quali lei stessa a distanza di tempo lei ha maturato un giudizio di autocritica. Questo non significa ammettere le proprie responsabilità in relazione agli atti persecutori”.
E ancora: “Il processo deve essere ancora celebrato, non deve essere celebrato sui media e non deve risolversi in un giudizio di simpatia o antipatia nei confronti di una delle due parti in causa. Soprattutto, la diffusione di informazioni riservate non può giustificare aggressioni personali all'immagine di Lucrezia o dei suoi familiari. Abbiamo un elenco di persone che quereleremo per diffamazione. Abbiamo richiesto un rito abbreviato condizionato all'acquisizione di documenti”.
L’episodio più eclatante riportato nell’ordinanza risale allo scorso aprile, quando Lulù avrebbe seguito Manuel all’estero durante i mondiali di nuoto e, dopo il suo rifiuto di raggiungerla nella stanza d’hotel, lo avrebbe schiaffeggiato. “Degli episodi oggetto di contestazione risponderemo solo in aula”, ha chiarito l’avvocato Vecchioni, il quale ha aggiunto: “Ci sono stati dei contatti reciproci tra i due nel corso del periodo in cui Manuel sostiene si sia verificato lo stalking. Questo dimostra che la mia assistita dice il vero quando fa riferimento alla difficoltà di decifrare i suoi comportamenti, non è mai stato netto nel rifiuto di avere contatti con Lulù. Lo dimostreremo attraverso le prove che forniremo a processo. Questa situazione si è creata proprio perché c'è stata poca chiarezza nell'esplicitare di voler interrompere la relazione. Aveva dei comportamenti che potevano lasciar intendere che ci fosse ancora un interesse e che sicuramente hanno avuto una rilevanza nell'indurre Lulù a cercarlo. Se ci fosse stato un allontanamento radicale e netto, in questo momento non staremmo discutendo di nulla".
Bortuzzo ha riferito che Lulù continuasse a chiamarlo e a mandargli messaggi. Si sarebbe presentata anche più volte nei luoghi che frequentava, come ristoranti o parcheggi fuori dai locali. “Da parte di Lucrezia non c'è mai stata la volontà di perseguitare nessuno, non ha mai avuto coscienza del fatto che, cercandolo, lui potesse sentirsi perseguitato – ha proseguito l’avvocato di Lulù -. Questo pensiero è sempre rimasto estraneo all'approccio di Lucrezia. I rapporti di coppia non sempre hanno un andamento lineare e questi comportamenti ambigui nei suoi confronti hanno fatto sì che lei lo cercasse in alcune occasioni, ma senza alcun intento persecutorio. Nemmeno immaginava che questi suoi tentativi di approccio potessero essere interpretati come molestie o atti persecutori”.
A Lulù è stata applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico. “Se ritengo la misura opportuna? Viviamo in un in un'epoca di femminicidi e di quotidiani atti di violenza, in cui sarebbe davvero necessario limitare il rischio di comportamenti pericolosi e violenti, ma spesso non si interviene – ha dichiarato Vecchioni -. Intervenire in modo così deciso nei confronti di una ragazza che non ha mai avuto comportamenti che potessero attentare all'incolumità della persona offesa e alla sua sicurezza è sicuramente una scelta sproporzionata. E stiamo parlando di una misura che va avanti da sei mesi, perché le riforme recenti hanno decretato l'obbligo di applicazione del braccialetto elettronico a tutti quei soggetti che sono indagati per stalking e ai quali viene imposto il divieto di avvicinamento”.