Mercoledì 17 dicembre prenderà il via a Roma il processo a carico dell’influencer Clizia Incorvaia, citata a giudizio dall’ex marito Francesco Sarcina, frontman de Le Vibrazioni. Al centro della vicenda c’è l’uso delle immagini della loro figlia minorenne Nina sui social e in presunte campagne pubblicitarie senza il consenso del padre.
Le accuse: presunto uso pubblicitario delle foto della figlia
Secondo la ricostruzione della procura di Roma, le immagini della bambina sarebbero state utilizzate in almeno cinque contesti commerciali, tra cui campagne per marchi di abbigliamento e calzature per bambini.
Un elemento considerato determinante dagli inquirenti sarebbe un messaggio che Sarcina afferma di aver ricevuto dalla ex moglie, nel quale lei scrive: “Io la campo grazie ai brand di moda e pago la scuola, vestiti, etc”.
Per l’accusa, questa frase dimostrerebbe la consapevolezza di Incorvaia nell’impiegare l’immagine della figlia anche a scopi economici. Sarà ora il processo a stabilire se tali comportamenti costituiscano una violazione degli accordi di separazione.
La posizione di Francesco Sarcina
Il cantante ha dichiarato di non aver mai autorizzato l’utilizzo delle foto della figlia in post sponsorizzati o iniziative commerciali. Sarcina ha sottolineato inoltre i potenziali rischi legati alla ripetuta esposizione della bambina sui social, ricordando anche una denuncia presentata nel 2019, poi ritirata dopo che Incorvaia aveva sospeso le pubblicazioni. Secondo il cantante, però, la pratica sarebbe ripresa, rendendo necessario un nuovo intervento legale.
La replica di Clizia Incorvaia
Da parte sua, Clizia Incorvaia ha commentato sui social difendendosi dalle accuse. L’influencer sostiene di aver condiviso solo momenti di vita quotidiana, non legati a promozioni o campagne pubblicitarie: “Se io, fino ad oggi, ho taciuto e ho omesso l’impossibile, l’ho fatto solo per proteggere mia figlia. Condividere piccoli momenti della nostra quotidianità, sempre in modo rispettoso, non vuol dire esporla o sfruttarla”.


