A cura della Redazione
Pubblichiamo il resoconto scritto da Salvatore Cimmino, della terza tappa del Giro d´Europa a nuoto che ha visto impegnato, nella giornata del 21 giugno 2009, l´atleta disabile di Torre Annunziata. Cari Amici, anche la terza tappa… è andata! Ieri (21 giugno, ndr), primo giorno d’estate (che in realtà si è presentata come un annuncio di autunno), si è svolta la gloriosa traversata Capri-Napoli, trentasei chilometri immersi in uno scenario da favola. Ventitré tra ragazze e ragazzi hanno sfidato un mare inizialmente molto ostile, che solo con il passare delle ore si è leggermente calmato, consentendo al primo arrivato, uno straordinario atleta ceco, di terminare la gara in sei ore e poco più di trenta minuti, risultato quasi da record. Per me l’esperienza non è stata altrettanto esaltante, e oggi, insieme alla stanchezza, porto dentro un filo di amarezza e delusione. Non si tratta solo del tempo che ho impiegato a raggiungere Napoli, oltre dieci ore, ma soprattutto dell’aria di smobilitazione che ha accolto il mio arrivo. Non ci fossero stati la mia famiglia e i miei amici mi sarei sentito davvero abbandonato! Capisco le enormi difficoltà che deve affrontare chi organizza un evento come la Capri Napoli, i problemi logistici, il coordinamento di tanti atleti che arrivano anche da lontano, il supporto tecnico in mare e a terra, i contatti con le istituzioni e magari gli intoppi burocratici: inserire in tutto ciò anche la partecipazione di un disabile accresce e complica ulteriormente il lavoro. Ma è proprio qui il senso della mia battaglia, il significato che muove il progetto del Giro d’Europa: la qualità della vita delle persone con handicap passa anche attraverso lo sport, eccezionale strumento di integrazione e partecipazione alla vita sociale. Spero che un giorno la partecipazione dei disabili agli eventi sportivi non debba essere affrontato come un “problema da risolvere” ma come una “risorsa da cogliere”. Non sono un atleta, presento alti e bassi nel rendimento, mi alleno con fatica ritagliando il tempo tra il lavoro e la famiglia, lo faccio perché credo nella possibilità di migliorare la nostra condizione e lo faccio anche per divertimento e soddisfazione personale. In molti l’hanno capito, qualcuno invece pensa che dovrei limitare le mie aspettative, ridimensionare gli obiettivi. In tutto ciò io temo ci sia un equivoco: il mio obiettivo, la mia aspettativa, non sono trentasei chilometri, o venti, o dieci; il mio obiettivo è solo vivere nella normalità. Oggi ringrazio comunque tutta l’organizzazione della Capri Napoli, soprattutto Luciano Cotena, che per ben due volte ha fatto in modo che io potessi nuotare con atleti così straordinari. E ringrazio la polizia di Stato insieme a Peppe D’ Angelo ed il Gruppo dei Sommozzatori dei Carabinieri che mi hanno sostenuto in dieci ore di fatica e difficoltà. Fra poco più di un mese tenterò la traversata della Manica, per farlo ho bisogno di ricostruire quel clima di entusiasmo, di allegria e di partecipazione che ieri, purtroppo, in parte si è interrotto. Spero però, di là dei risultati, conseguiti o no, presenti e futuri, di avervi sempre. SALVATORE CIMMINO