A cura della Redazione

"Pezzotti" Sky e Mediaset Premium, cinque persone colpite da misura cautelare. Due di queste sono residenti a Sarno, nel Salernitano. Si tratta di L. D., 22 anni, e R. M., 31 anni, entrambi finiti in carcere insieme a un 39enne italiano residente in Germania e a un 28enne di Pordenone. Arresti domiciliari invece per un 37enne di Zagarolo, in provincia di Roma.

Oltre 150 militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, stanno dando esecuzione, in venti provincie di undici regioni, a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino nei confronti di cinque persone, nonché a oltre cinquanta perquisizioni. L’operazione è in corso anche in Svizzera, Germania e Spagna con la collaborazione, rispettivamente, della Polizei Basel-Landschaft, della Kriminal Polizei e della Policia Nacional, dirette dalle rispettive Autorità giudiziarie, a loro volta attivate tramite due rogatorie internazionali e un ordine di indagine europeo.

Attraverso indagini tecniche e “sul campo” e la meticolosa ricostruzione dei flussi finanziari, veicolati prevalentemente mediante carte di credito prepagate o piattaforme web di pagamento, gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Capitale hanno ricostruito l’attività delittuosa di una struttura criminale piramidale dedita all’illecita decriptazione e diffusione di contenuti televisivi pay-per-view attraverso la rete internet.

Fulcro dell’organizzazione erano le centrali “sorgenti” - situate presso società, attività commerciali, abitazioni private, garage e capannoni industriali - all’interno delle quali erano installate apparecchiature informatiche in grado di decriptare il segnale delle emittenti pay-tv Sky Tv e Mediaset Premium, utilizzando schede regolarmente acquistate dai membri del sodalizio o da terzi, per poi farlo confluire su server esteri appositamente noleggiati. Dopo aver creato, in tal modo, il bouquet di canali, il gruppo criminale provvedeva ad abilitare i clienti privati alla visione, tramite codici di accesso, su smart-tv, personal computer, tablet e smartphone, dietro pagamento di “abbonamenti” illeciti a prezzi fortemente concorrenziali (tra i 15 e i 20 euro, a fronte di un valore commerciale di oltre 100 euro).

Il volume d’affari complessivo ricostruito dal 2015 ad oggi ammonta a oltre un milione di euro. Gli indagati sono quarantanove per reati in materia di pirateria audio-visiva e riciclaggio. Dodici di essi devono rispondere anche di associazione per delinquere. Tra questi ultimi figurano i cinque cittadini italiani, promotori del sistema, destinatari della misura di custodia cautelare

L’organizzazione era articolata in più livelli: al vertice operavano le cosiddette “sorgenti”, che provvedevano alla decriptazione del segnale e alla sua rivendita agli intermediari o reseller; questi, a loro volta, procedevano alla vendita del servizio ai clienti finali. A tali soggetti si affiancavano i “riciclatori”, titolari o utilizzatori delle carte di credito sulle quali confluiva il profitto dell’attività delittuosa. 

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