Selvaggia Lucarelli entra a gamba tesa sui Ferragnez. La scrittrice e opinionista, giudice di Ballando con le Stelle, è stata la prima a stigmatizzare la scelta di Fedez di condividere attraverso il suo account Instagram la registrazione di una seduta da uno psicoterapeuta il giorno in cui il marito di Chiara Ferragni ha scoperto di avere un tumore al pancreas.

Poche ore fa sulla vicenda si è espresso anche il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, che attraverso un post sui suoi canali social, ha condiviso la scelta di Fedez, definendo la sua testimonianza come il segno di un cambiamento sociale e culturale in atto.

"Post parac**o del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi"

Apriti cielo! Selvaggia Lucarelli non ha preso affatto bene quanto evidenziato dall’Ordine, manifestando attraverso una serie di Instagram stories tutto il suo dissenso: “Apprendiamo dunque due cose, anzi tre: che il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ritiene edificante e utile ai fini del percorso di psicoterapia registrarsi e postare contenuti tagliati e decontestualizzati sul web – ha tuonato Lucarelli -. Secondo: il Consiglio Nazionale non tiene conto del parere di molti psicologi (alcuni anche molto noti) che ieri si sono espressi pubblicamente sulla faccenda, sottolineando il loro dissenso rispetto a questa scelta. Terzo: il Consiglio Nazionale non tiene conto dei tanti pazienti malati che si sono detti turbati e spaventati da quell’audio. E comunque, non ci si aspettava nulla di meglio. Mesi e mesi di spot a psicologi, psicoterapeuti e psicoterapia, figuriamoci se non si fa il post paraculo in cui fondamentalmente non si dice nulla di utile alla discussione, se non ‘bravo Fedez’, qualsiasi cosa significhi. Io, nel frattempo, continuo a leggere le tante testimonianze critiche (e interessanti) di psicologi e pazienti”.

L'affondo di Selvaggia Lucarelli ai Ferragnez

Poi l’affondo finale contro Fedez e Chiara Ferragni: “E’ incredibile come il senso critico nei confronti dei Ferragnez sia polverizzato dalla paura del loro potere mediatico. Rivendico, invece, l’importanza di praticarlo, soprattutto quando si espongono in maniera discutibile su questioni delicate come la malattia, la psicoterapia, la politica, non su scarpe e gioielli”.