La notizia della presunta aggressione di Can Yaman ai danni di una donna sta facendo molto discutere. Stando a quanto rivelato dalla signora Barbara Nelli, commerciante di Civita Castellana, cittadina del viterbese in cui sono in corso le riprese della seconda stagione di Viola come il mare, il divo turco l’avrebbe aggredita verbalmente all’interno del suo negozio per via del volume della radio troppo alto.

La troupe della fiction è arrivata all’inizio della scorsa settimana a Civita Castellana e una delle conseguenze più impattanti per residenti e turisti è stata la chiusura della piazza principale (piazza Matteotti) e dei tanti negozi che affacciano su di essa, incluso quello di abbigliamento gestito dalla signora Barbara Nelli.

“Sono entrata in negozio presto, alle 7 del mattino. Ho cominciato a fare le pulizie. Una volta dentro non potevo né uscire né ricevere clienti. Ero praticamente sequestrata. Così ho acceso la radio", ha raccontato la donna a Il Messaggero. Ed è stato in quei momenti che Can Yaman, secondo il racconto della commerciante, avrebbe fatto irruzione nel negozio: "Mentre parlavo e spiegavo educatamente le mie ragioni, è arrivato come una furia Can Yaman, che mi ha aggredito verbalmente. Hanno dovuto trattenerlo in quattro perché voleva avventarsi contro di me. Ha anche dato un calcio a una delle persone che tentavano di tenerlo fermo. Io mi sono spaventata moltissimo".

L'intervento di Francesca Chillemi

Alla scena ha assistito anche la co-protagonista di Viola come il mare, Francesca Chillemi, che sarebbe entrata nel negozio per tranquillizzare la commerciante: "Mi ha tranquillizzata, è stata molto carina. Mi ripeteva 'fallo per me'", ha raccontato la Nelli

Dopo questo episodio, la produzione della fiction ha contattato la commerciante per offrirle un risarcimento di 600 euro, ma la proposta è stata rispedita al mittente dalla diretta interessata, difesa dall'avvocato Giuseppe Romano che al quotidiano ha spiegato il motivo: "Hanno cercato di tamponare l’aggressione con un risarcimento, senza voler speculare sull’accaduto, bisogna ammettere che non tutto è stato organizzato per il meglio. Lasciare senza ristoro i commercianti per quattro giorni non è stato corretto".