Serena Bortone si è raccontata in una lunga intervista al Corriere della Sera. La giornalista e conduttrice ha attraversato le varie tappe della sua vita, pubblica e privata, affrontando anche argomenti scomodi come la chiusura del suo programma Oggi è un altro giorno e agli ascolti bassi di Che Sarà.

Quando le viene chiesto se il motivo della chiusura di Oggi è un altro giorno da parte dei dirigenti della Rai riguardi il suo orientamento politico (lei si è sempre dichiarata di sinistra) e la sua voglia di parlare sempre di diritti, la Bortone risponde: “La motivazione delle scelte aziendali spetta a chi le compie, non a me che sono un soldato e le rispetto”.  Mentre sui bassi ascolti di Che sarà, la giornalista ha le idee più chiare: “Stiamo prendendo le misure in uno spazio difficile e i segnali sono incoraggianti. Io cerco di fare un programma identitario per Raitre in cui sono cresciuta, quella di Angelo Guglielmi, fatta di autenticità, verità, riflessione, attenzione agli ultimi”.

Serena Bortone si sente libera di poter dire ciò che vuole, anche di proclamarsi antifascista durante una puntata del suo programma. La reazione dei dirigenti? “Nessuna. Ho detto solo che sono libera proprio perché antifascista; se fossi fascista non potrei essere libera. È un ragionamento logico e una verità tautologica”.

Serena si è anche aperta molto sulla sua vita sentimentale, rivelando: “Ho avuto due grandi amori, senza ombra di dubbio. Ho avuto due convivenze e ora sono single, con una grande famiglia diffusa di amici. Sono sempre circondata da affetto, non so che cosa sia la solitudine. Negli ultimi anni, ho imparato anche a viaggiare da sola. Con ironia, dico: non è mai troppo tardi per avere un’infanzia felice”. 

Poi, il ricordo agli anni '80: “Ci credevamo liberi, ma non lo eravamo del tutto. I miei anni 80, come quelli del libro, sono stati anni fatui nella scuola dei ricchi, ambiente classista, feroce. C’erano la voglia di apparire, la musica, la sensazione che tutto fosse possibile e la paura che nulla si realizzasse. Eppure, ancora piango ripensando a quell’incanto perduto. Piango perché non tornerà più e perché ne sono uscita più forte”.