Nella giornata di ieri, Teresa Cilia ha annunciato su Instagram di essere stata assolta dal Tribunale dalle accuse di Raffaella Mennoia, storica autrice dei programmi di Maria De Filippi (tra cui, ovviamente, Uomini e Donne). “Lei mi ha accusato di tantissime cose, ma concretamente non risultano veritiere”, ha esordito l’ex tronista in un video pubblicato su TikTok.

Raffaella Mennoia, che nella denuncia risulta essere la parte offesa, avrebbe accusato Teresa Cilia di “usare il suo nome e quello di Uomini e Donne per acquistare followers su Instagram e di spalmarsi creme con link di ADV”, e anche che in un video “l’avesse accusata di illeciti”. Accuse che, secondo il giudice, sono: “fatti che non risultano veri”.

Lo stesso giudice nella sentenza ha scritto: “Il quadro è chiaro. Davide contro Golia, quest’ultimo supportato da un esercito di consulenti e avvocati, compresi quelli delle persone giuridiche costituitesi parti civili”, ma di fatto mai chiamate in causa dall’imputata, la quale numerosissime volte, nei frammenti di stories acquisite agli atti, ha ribadito la sua gratitudine alla presentatrice, alla redazione e alla produzione dei diversi programmi a cui ebbe a partecipare e la correttezza di tutti i soggetti coinvolti nella gestione dei format, indicando esclusivamente l’autrice Raffaella Mennoia come colei che, per prima fu bugiarda iniziando una relazione con l’allora tronista Vanore”. Il giudice ha infine confermato che “Raffaella Mennoia ha chiesto all’azienda di inviare una diffida alla Cilia, diffida effettivamente trasmessa il 13 agosto 2019 anche ad Instagram, YouTube e altri”.

Lo sfogo di Teresa Cilia

“Sono ancora qui che sto leggendo tutto questo fascicolo, tutta la sentenza, e man mano, pezzo per pezzo, vi spiegherò come sono andate le cose - si legge su Biccy -. Anche se c’è tanto da dire, c’è veramente poco da essere felici. Perché è veramente sconcertante leggere alcune cose. Fa davvero tanto male affrontare sei anni di processo, di udienze, di viaggi, di spese, legali… per non aver commesso nulla. Ecco, in sostanza questo è quello che voglio dire, è la mia premessa. Poi magari in un secondo momento spiegherò anche il mio punto di vista”.

Teresa Cilia ha poi aggiunto: “Mi ha accusato di tantissime cose, come avete potuto vedere dal post che ho pubblicato, che poi, a fatto concreto, non risultano veritiere. Come il fatto che io alludessi ad avere magari non so quanti follower, o ad avere un riscontro positivo sui social… non è affatto così, perché non ho mai preteso grandi cose nella mia vita. Diciamo che ho sempre lavorato, non sono stata mai sotto qualcuno, me la sono sempre cavata da sola. Quindi già questa è la prima cosa che non è vera.

L’altro punto risale alla diffida, ero stata diffidata ma loro dicevano tutti, con un copia e incolla, che io non ero stata diffidata. Lo stesso giudice invece dice che la diffida è arrivata. L’altro punto che mi ha toccato e mi ha fatto male è stato, come appunto si evince dalla sentenza, che fa anche un paragone paradossale: Davide contro Golia. Praticamente mi sono ritrovata io con un esercito di avvocati, di persone che non so cosa volessero da me e quindi mi sono ritrovata a difendermi da tantissime persone che si sono schierate contro di me senza un reale motivo. Perché io ho sempre espresso la mia gratitudine nei loro confronti, non ho mai accusato nessuno, non ho mai sputato nel piatto dove ho mangiato. Era più un pensiero personale che avevo io e basta, finito lì. Quindi penso che la cosa sia proprio uscita fuori dai binari e sia andata oltre.

Non vi nascondo che a primo acchito, leggendo tutta la sentenza, ho avuto anche un attimo di agitazione, perché l’ho percorso io questo percorso – scusate il gioco di parole – però poi, rileggendo, mi sono riaffiorate tutte le cose che ho sentito, tutte le cose che ho subito. E non è stato bello”.