In una lunga intervista rilasciata a Fanpage, Dino Giarrusso ha parlato della sua avventura a L’Isola dei Famosi, sottolineando che Mario Adinolfi è stato – proprio come lui – l’unico outsider dell’ultima edizione del celebrity survivor. Ha poi gioito per la vittori di Cristina Plevani (anche se in prima battuta faceva il tifo per Loredana Cannata), e ha definito Paolo Vallesi il suo più grande amico in Honduras.
Giarrusso ha poi confessato di aver accettato di partecipare in seguito alle rassicurazioni e alle garanzie di Veronica Gentili che, sostiene, ha rispettato al 90%: “Mi ha dato delle garanzie sul modo in cui sarebbe stato impostato quest’anno il programma, quindi ho deciso di accettare e fidarmi di lei. Se sono state rispettate? Direi al 90%. Credo se la sia cavata benissimo, non è stata né particolarmente indulgente, né particolarmente severa con nessuno di noi. Ha trionfato nel ruolo di presentatrice ed è stata corretta e imparziale con tutti i naufraghi, la definirei perfetta”.
Quel 10% mancante sarebbe dovuto al fatto che alcuni montaggi del racconto lo avrebbero fatto passare per eccessivamente polemico: “Mi dispiace un po’ la scelta di farmi emergere come il cattivo, perché non rispecchia ciò che sono. Credo che si sia scelto di ritagliarmi addosso il ruolo del puntiglioso e mi sta bene, perché è la mia natura. Ma in alcune occasioni hanno calcato un po’ la mano, quasi forzando il racconto”.
Secondo Dino, a lui non sarebbe stato “perdonato” nulla, mentre altri naufraghi sarebbero stati graziati e le loro cattiverie dette omesse dal montaggio: “Ti riporto tre frasi dette da alcuni miei compagni d’avventura, per fare esempi concreti: “Quella è tornata a fare la … su Onlyfans”, “Tu sei autistico”, “Quel signore che non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto”, quest’ultima riferita a Mario. Sono uscite brutte, che in cinquanta giorni di pressione possono scappare, ma sono state perdonate. A me non è stato perdonato nulla, ma se questo è servito a rendere più vivo il programma, mi sta benissimo, sono felice di esser stato utile”.