Negli ultimi tempi il mondo della musica italiana è attraversato da un dibattito acceso sul fenomeno dei “finti sold out”, dei biglietti venduti all’ultimo minuto e dell’ossessione collettiva per riempire gli stadi. In questo scenario, anche Clara, una delle voci emergenti più seguite del panorama musicale, ha voluto dire la sua, affrontando con sincerità un tema spesso evitato.

In un’intervista rilasciata a Vanity Fair con Chiara Oltolini, la giovane cantante ha raccontato la sua esperienza con i live, parlando senza filtri della pressione mediatica che accompagna ogni performance. “Sembra che se non riempi i concerti sei una sfigata. Che ansia!”, ha confessato. Clara ha ammesso che nel suo primo tour, in alcuni club, la capienza non è mai stata superata, ma questo non le ha fatto sentire una “perdente”. Al contrario, ha spiegato con lucidità: “Mi sono detta: vabbè, con calma spero di convertire gli ascoltatori di Spotify in spettatori ai live”.

La cantante ha poi sottolineato come, nell’attuale industria musicale, si viva sotto una pressione costante e irragionevole, soprattutto per chi ha iniziato da poco tempo: “Mi rendo conto che ci si aspetta una rapidità di successo folle. Ehi, calmi: sto in giro da due anni”, ha aggiunto con fermezza.

Secondo Clara, questa fretta non è dettata dal pubblico o dagli artisti stessi, ma è soprattutto un’imposizione dei media e dei social network. “I giornalisti, i tiktoker che analizzano quanto vendiamo noi cantanti… È come avere una pistola puntata alla tempia: o fai sold out o sei fuori”, ha spiegato con tono critico, rimarcando l’ipocrisia di chi parla tanto di salute mentale ma alimenta questa ansia da prestazione.