Poche ore prima che Anita Mazzotta venisse proclamata vincitrice della diciannovesima edizione del Grande Fratello, Simone De Bianchi, ventitreenne romano ed ex gieffino, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Il Giornale. Eliminato nella semifinale, Simone ha parlato dei suoi errori, delle dinamiche della Casa, delle relazioni nate tra i concorrenti e delle amicizie autentiche fuori dal reality.

Riflessioni sull’eliminazione

Interrogato sulla sua uscita dalla Casa, Simone ha dichiarato: “Sì. Ho commesso degli errori che mi hanno portato alla nomination e il pubblico ha fatto le sue valutazioni, è giusto così. Di ogni sbaglio cerco sempre di farmi carico, dentro la Casa come nella vita: capire cosa è successo e migliorare il mio modo di stare al mondo. Questa esperienza mi ha fatto riflettere molto su quanto sia delicato apparire per ciò che si è davvero. So bene quanto sia complesso costruire un personaggio che non ti appartiene: c’è studio, distanza, controllo. Ritrovarmi invece esposto, senza filtri, e vedermi percepito come un ‘personaggio’ che non mi rappresenta, è stata la parte più difficile da accettare”.

Sulla sua esperienza complessiva: “All’inizio l’ho vissuto pienamente. Sono entrato con l’idea di raccontarmi, di ascoltare storie, di parlare di cinema anche in un contesto insolito come la televisione. Poi, inevitabilmente, le dinamiche del gioco hanno preso il sopravvento e, poco alla volta, mi sono sentito sempre più distante dalla realtà. È una sensazione difficile da spiegare: probabilmente solo chi l’ha vissuta davvero può capire quanto ti allontani dall’esterno”.

Amore e relazioni nella Casa

Riguardo alla coppia Jonas e Anita, Simone chiarisce: “Nessuna strategia. Sono due personalità molto diverse, forse anche due modi differenti di affrontare la vita. All’inizio è stato per loro complesso avvicinarsi proprio per questo, come se entrambi avessero paura di riconoscere qualcosa che stava nascendo senza essere stato deciso o spiegato, ma quando non capisci subito cosa sta accadendo… spesso è lì che nasce qualcosa di vero. Se durerà fuori lo dirà il tempo, ma quello che si è visto dentro era autentico”.

Sulla sincerità dei due: “Entrambi, in modo diverso. Anita, se come dice il pubblico ha conosciuto dall’esterno quello che stava succedendo, credo che lo abbia vissuto come una conferma. Non come una spinta, ma come una rassicurazione che le ha permesso di sentirsi più libera nel lasciarsi andare a quelle sensazioni. Jonas, invece, per come ci siamo raccontati, magari non ha detto tutto, ma ho la percezione che non abbia mai mentito. E, a volte, la sincerità non sta nel dire ogni cosa, ma nel non costruire una versione diversa di sé”.

Simone ha parlato anche del proprio coinvolgimento emotivo: “Sì, Anita. È una persona che stimo ancora oggi e per la quale provo un affetto sincero. Il mio coinvolgimento emotivo è nato dal confronto e dal dialogo con una ragazza particolare. Mi ha sempre portato rispetto e mi ha sempre detto chiaramente ciò che sentiva. Il suo avvicinamento a Jonas, in realtà, mi ha aiutato a capire meglio le cose. Ho realizzato che per me era più importante il legame umano che avevo costruito con entrambi, come persone, rispetto a qualsiasi altra lettura. Questo mi ha fatto anche rivalutare il concetto di amicizia tra uomo e donna”.

Dinamiche e scontri nella Casa

Sullo scontro tra Rasha e Omer: “Non direi che me lo aspettavo, ma nemmeno che mi abbia sorpreso del tutto. Può darsi che le loro sensazioni fossero diverse, o semplicemente che abbiano bisogno di tempi, spazi e contesti differenti per potersi esprimere davvero. Riconosco che non è stata, purtroppo, una mia premura riuscire a restare fuori da quelle dinamiche. Ed è una cosa di cui mi scuso. Oggi, con più lucidità, riesco a disaccarmene e a guardare la situazione con maggiore consapevolezza”.

Sulla scelta di Rasha di tornare da Omer: “Capisco il senso della domanda, perché oggi è facile leggere tutto come una strategia di immagine. Rasha non è ingenua e sapeva benissimo che esporsi l’avrebbe messa sotto questo tipo di lente; quindi, credo che si voglia riavvicinare realmente”.

Amicizie e rapporti con i concorrenti

Riguardo a Benedetta e Domenico: “Prima di quello che ho vissuto io stesso in Casa, non avrei creduto nella possibilità di un’amicizia. Oggi so che, in quel contesto, i confini tra amicizia e qualcosa di diverso possono essere molto sottili, ma non è detto che non esistano. Per come li ho visti e vissuti io, il punto di partenza è un legame forte, fatta di complicità e rispetto”.

Su come avrebbe reagito al posto di Valentina: “Avrei cercato di restare sul piano del confronto, parlando esclusivamente di ciò che era accaduto dentro la casa. I fattori esterni, inevitabilmente, possono pesare, ma personalmente avrei preferito tenerli fuori da quel contesto e affrontarli eventualmente in un secondo tempo, in una sede più adatta, se davvero necessario. È una situazione delicata e ognuno reagisce in base alla propria sensibilità”.

Amicizie vere fuori dalla Casa

Simone ha costruito legami profondi con: Giulia, Benedetta, Mattia, Anita, Domenico, il King e Jonas. Ha spiegato: “Quando parlo di amicizia vera intendo qualcosa che va oltre la Casa: c’è sentimento, rispetto e, spero, la volontà di continuare a sentirsi e vedersi anche fuori, con costanza. Mi piacerebbe riuscire a coinvolgerli, ognuno a modo suo, in ciò che sto facendo ora. Con Giulia credo che il destino abbia avuto un ruolo: ci siamo rincontrati e ho la sensazione che quel legame non finirà facilmente. Con Benedetta ci siamo visti ieri sera, abbiamo cenato con alcuni dei miei e dei suoi amici, sembravamo un gruppo unito da anni. Mattia, forse, è quello che mi somiglia di più: spero che la distanza non diventi un limite. Con Anita sento un legame profondo, stima, rispetto e ammirazione. Domenico per me è come un fratello maggiore, uno di quelli che so che ci sarà se avrò bisogno. Il King (Francesco Rana, ndr) mi ha semplicemente ascoltato, supportato ed alleggerito durante tutto il percorso, non me lo scordo. Jonas, invece, è probabilmente la persona che più mi ricorda il mio migliore amico: inevitabilmente in lui ho trovato qualcuno da stimare davvero e a cui voglio bene”.

Rivalutazioni negative: “Con dispiacere, direi Rasha. Lo dico senza giudizio e senza rancore: era una delle persone con cui speravo di potermi raccontare di più, anche perché pensavo potesse offrirmi uno sguardo diverso su progetti e sulle idee che porto avanti. Probabilmente, però, non sono stato io per primo abbastanza capace di andare oltre alcune incomprensioni e di spostare l’attenzione su ciò che avrebbe potuto unirci, invece che dividerci. Me ne assumo la responsabilità. Se ci sarà modo di chiarire, fuori da quel contesto e con più lucidità, proverò a cogliere davvero l’occasione”.